Vi è già chi vi accusa: Mosè, nel quale riponete la vostra speranza.
Desisti dall’ardore della tua ira.
SALMO: (Sal 105)
Ricòrdati di noi, Signore, per amore del tuo popolo.
«In quel tempo, Gesù disse ai Giudei:
«Se fossi io a testimoniare di me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera. C’è un altro che dà testimonianza di me, e so che la testimonianza che egli dà di me è vera.
Voi avete inviato dei messaggeri a Giovanni ed egli ha dato testimonianza alla verità. Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché siate salvati. Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento avete voluto rallegrarvi alla sua luce.
Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato.
E anche il Padre, che mi ha mandato, ha dato testimonianza di me. Ma voi non avete mai ascoltato la sua voce né avete mai visto il suo volto, e la sua parola non rimane in voi; infatti non credete a colui che egli ha mandato.
Voi scrutate le Scritture, pensando di avere in esse la vita eterna: sono proprio esse che danno testimonianza di me. Ma voi non volete venire a me per avere vita.
Io non ricevo gloria dagli uomini. Ma vi conosco: non avete in voi l’amore di Dio. Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi accogliete; se un altro venisse nel proprio nome, lo accogliereste. E come potete credere, voi che ricevete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene dall’unico Dio?
Non crediate che sarò io ad accusarvi davanti al Padre; vi è già chi vi accusa: Mosè, nel quale riponete la vostra speranza. Se infatti credeste a Mosè, credereste anche a me; perché egli ha scritto di me. Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole?».
Gv 5,31-47
Oggi, il Vangelo ci insegna come Gesù affronta la seguente obiezione: si legge nel Dt 19,15, affinché una testimonianza sia efficace deve essere convalidata da due o tre testimoni. Gesù allega a suo favore la testimonianza di Giovanni Battista, la testimonianza del Padre –che si manifesta nei miracoli eseguiti da Lui-, e, finalmente, la testimonianza delle Scritture.
Gesù Cristo rinfaccia a coloro che lo ascoltano tre impedimenti che hanno per riconoscerlo come il Messia Figlio di Dio:
- la mancanza di amore a Dio;
- l’assenza di rettitudine di intenzione –cercano solo la gloria umana- e
- l’interpretazione interessata delle Scritture.
Nostro Signore Gesù Cristo non ha certo bisogno della gloria del mondo, ma non possiamo certo dire lo stesso di noi. Così come i Giudei, anche noi abbiamo paura di non essere importanti, di non essere veduti e considerati dagli altri, e ci troviamo a dover assolutamente escogitare qualcosa per essere protagonisti e conquistarci un ruolo.
La Quaresima ci accompagna alla verità; ci aiuta a scoprire che, come tra i Giudei tutti cerchiamo gloria gli uni dagli altri, ovvero la vanagloria, fumo, tutta apparenza e nessuna sostanza. “Chi cede a questa vanità autoreferenziale in fondo nasconde una miseria molto grande” (Cardinale Jorge Bergoglio). O viviamo per cercare la gloria del mondo o viviamo alla ricerca e nel desiderio della gloria di Dio.
Che cosa significa cercare “la gloria che viene dall’unico Dio?”. Che tipo di gloria è mai questa? La gloria che viene da Dio è compiacere Dio facendosi umili e vivendo non mettendo noi stessi al centro della nostra vita, bensì Cristo. In questo modo da umili verremo esaltati da Dio il giorno tremendo e gioioso dell’incontro con Lui, perché riconosciuti da Lui. La conversione del cuore, che cerchiamo nella Quaresima, inizi con l’abbandonare la superbia che vuole sempre piacere e che brama il consenso degli altri per fare spazio alla fede in colui che ci salva dalla morte del peccato.
Il Santo Padre Giovanni Paolo II scriveva: “Alla contemplazione del volto di Cristo solo si giunge ascoltando lo Spirito del Padre, perché nessuno conosce il Figlio al di fuori del Padre (cf. Mt 11,27). Quindi, è necessario la rivelazione dell’Altissimo. Ma, per accorgliela, è indispensabile mettersi in atteggiamento di ascoltare”.
Per questo, bisogna tener conto che per riconoscere Gesù Cristo come vero Figlio di Dio, non è sufficiente con le prove esterne che ci vengono proposte; è molto importante la rettitudine nella volontà, vale a dire, le buone disposizioni.