QUINTO GIORNO:
Preghiera Iniziale:
Nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo.
Ti benedica il Signore e ti custodisca (Nm 6,24-26);
mostri a te il suo volto e abbia misericordia di te.
Rivolga il suo volto verso di te e ti dia pace.
Il Signore benedica te, frate LeTone.
RUFINO DI ASSISI
UNA DELLE ANIME PIÙ SANTE AL MONDO
Rufino nacque ad Assisi, figlio di Scipione di Offreduccio. Era parente di frate Silvestro e cugino di Chiara. Era già prete quando, nel 1210, seguì Francesco, che lo stimò sempre moltissimo per la sua purezza.
Trascorse molto tempo accanto a lui, specialmente durante gli ultimi due anni della sua vita, quando lo accudì personalmente e vide le sacre Stimmate che Francesco nascondeva a tutti gelosamente.
I Fioretti parlano degli episodi in cui Francesco consiglia Rufino sul come liberarsi di una tentazione del demonio e di come egli mandò Rufino a predicare in San Rufino anche se forse balbuziente e “senza lo ardire né la facundia del predicare”.
Lo Specchio di Perfezione descrive “la virtuosa e costante preghiera di Frate Rufino, che pregava ininterrottamente, e la cui mente era sempre rivolta a Dio”. Nel 1246, insieme a Leone ed Angelo, fu uno dei tre compagni del santo che scrissero una lettera da Greccio al Ministro Generale Crescenzo di Iesi, che aveva richiesto ai frati di inviargli le loro memorie su San Francesco per iscritto, ed inoltre scrisse, sempre con Leone ed Angelo , la famosa “Leggenda dei tre compagni”.
È sepolto vicino alla tomba di Francesco nella cripta della Basilica di S. Francesco.
Di lui leggiamo l’episodio dei Fioretti:
Era il detto frate Ruffino, per continova contemplazione, sì assorto in Dio, che quasi insensibile e mutolo divento, radissime volte parlava, e appresso non aveva la grazia nè lo ardire nè la facundia del predicare. E nientedimeno santo Francesco gli comandò una volta che egli andasse a Sciesi, e predicasse al popolo ciò che Iddio gli spirasse. Di che frate Ruffino rispuose: «Padre reverendo, io ti priego che tu mi perdoni e non mi mandi; imperò che, come tu sai, io non ho la grazia del predicare e sono semplice e idiota». E allora disse santo Francesco: «Però che tu non hai ubbidito prestamente, ti comando per santa obbidienza che ignudo come nascesti, colle sole brache, tu vada a Sciesi, ed entri in una chiesa così ignudo e predichi al popolo». A questo comandamento il detto frate Ruffino si spoglia, e vanne a Sciesi, ed entra in una chiesa; e fatta la riverenza allo altare, salette in sul pergamo e comincia a predicare. Della qual cosa li fanciulli e gli uomini cominciarono a ridere e diceano: «Or ecco che costoro fanno tanta penitenza, che diventano istolti e fuori di sé».
In questo mezzo santo Francesco, ripensando della pronta obbidienza di frate Ruffino, il quale era dei più gentili uomini d’Ascesi, ed al comandamento duro che gli avea fatto, cominciò a riprendere sé medesimo dicendo: «Onde a te tanta prosunzione, figliuolo di Pietro Bernardoni, vile omicciuolo, a comandare a frate Ruffino, il quale è de’ più gentili uomini d’Ascesi, che vada ignudo a predicare al popolo siccome pazzo? Per Dio, che tu proverai in te quello che tu comandi ad altri». E di subito in fervore di spirito si spoglia egli ignudo simigliantemente e vassene ad Ascesi, e mena seco frate Leone, che recasse l’abito suo e quello di frate Ruffino. E veggendolo similemente gli Ascesani, sì lo ischernirono, riputando ch’ egli e frate Ruffino fussono impazzati per la troppa penitenza. Entra santo Francesco nella chiesa dove frate Ruffino predicava queste parole: «Carissimi, fuggite il mondo e lasciate il peccato; rendete l’altrui, se voi volete schifare lo ‘nferno; servate li comandamenti di Dio, amando Iddio e ‘l prossimo, se voi volete andare al cielo, fate penitenza, se voi volete possedere il reame del cielo». E allora santo Francesco monta in sul pergamo, ignudo, e cominciò a predicare così maravigliosamente dello dispregio del mondo, della penitenza santa, della povertà volontaria, del desiderio del reame celestiale e della ignudità e obbrobrio della passione del nostro Signore Gesù Cristo che tutti quelli ch’erano alla predica, maschi e femmine in grande moltitudine, cominciarono a piagnere fortissimamente con mirabile divozione e compunzione di cuore; e non solamente ivi, ma per tutto Ascesi fu in quel dì tanto pianto della passione di Cristo, che mai non v’era stato somigliante.
E così edificato e consolato il popolo dello atto di santo Francesco e di frate Ruffino, santo Francesco rivestì frate Ruffino e sé, e così rivestiti si ritornarono al luogo della Porziuncola, lodando e glorificando Iddio ch’ avea loro data grazia di vincere sé medesimi per dispregio di sé e edificare le pecorelle di Cristo con buono esempio, e dimostrare quanto è da dispregiare il mondo. E in quel dì crebbe tanto la divozione del popolo inverso di loro, che beato si reputava chi potea toccare loro l’orlo dell’abito.
A laude di Gesù Cristo e del poverello Francesco. Amen”. FF 1864
Preghiera finale:
Litanie di San Francesco:
Santissimo Padre nostro Gloria a Te
Signore Nostro Gesù Cristo
Santo Spirito Paraclito
Maria Vergine fatta Chiesa Guidaci nel cammino
Santo di Dio
Cavaliere di Cristo
Investito e rivestito dello Spirito
Purificato nel corpo e illuminato nell’anima
Infiammato col fuoco dell’amore
Riempito con l’amarezza della compassione
Ricolmato di dolcezza e consolazione
Pervaso di singolare letizia spirituale
Amico dello Sposo
Servo di Cristo
Araldo del gran Re
Messaggero di pace
Ricolmo di spirito profetico
Uomo apostolico
Fedele alla Santa Chiesa
Pastore del piccolo gregge
Luce mattutina diffusa sulle tenebre
Carro di fuoco luminosissimo
Ricco di povertà
Ricco di santa semplicità
Minore di tutti i minori
Generoso e compassionevole verso i poveri
Devoto adoratore della Trinità
Uomo fatto preghiera
Vero penitente
Immagine visibile di Cristo
Preghiamo:
Tu sei santo, Signore solo Dio, che compi meraviglie.
Tu sei forte, Tu sei grande, Tu sei altissimo,
Tu sei onnipotente, Tu, Padre santo, re del cielo e della terra.
Tu sei trino ed uno, Signore Dio degli dèi.
Tu sei il bene, ogni bene, il sommo bene, Signore Dio vivo e vero.
Tu sei amore e carità, Tu sei sapienza,
Tu sei umiltà, Tu sei pazienza,
Tu sei bellezza, Tu sei sicurezza, Tu sei quiete.
Tu sei gaudio e letizia, Tu sei la nostra speranza,
Tu sei giustizia e temperanza,
Tu sei tutto, ricchezza nostra a sufficienza.
Tu sei bellezza, Tu sei mansuetudine.
Tu sei protettore, Tu sei custode e difensore,
Tu sei fortezza Tu sei rifugio.
Tu sei la nostra speranza, Tu sei la nostra fede,
Tu sei la nostra carità. Tu sei tutta la nostra dolcezza,
Tu sei la nostra vita eterna, grande e ammirabile Signore,
Dio onnipotente, misericordioso Salvatore. FF 261