Gesù è nato da Maria, sposa di Giuseppe, figlio di Davide.

PRIMA LETTURA: Ger 23,5-8

Susciterò a Davide un germoglio giusto.

SALMO: (Sal 71)

Nei suoi giorni fioriranno giustizia e pace.

Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
 
Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
 
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:
«Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio:
a lui sarà dato il nome di Emmanuele»,
che significa «Dio con noi».
 
Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.”

Mt 1,18-24

“Non temere di prendere con te Maria, tua sposa”, dice l’angelo a Giuseppe (1,20).

Una parola che giunge attraverso il sogno, un canale quanto mai misterioso ed enigmatico.

Lui pensava di allontanare Maria e Dio gli chiede di accoglierla nella sua casa. La via di Dio è sempre sorprendente e presenta orizzonti inediti anche ad un uomo giusto come Giuseppe.

L’evangelista riporta a commento la profezia di Isaia per spiegare l’inattesa maternità di Maria; “Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele” (1,23).

Questa parola antica, seminata secoli prima, acquista un valore nuovo e veste di luce l’oggi della storia. L’angelo rassicura Giuseppe: l’evento imprevedibile, che egli si trova a vivere, fa parte di una storia che trova nella parola di Dio la sua spiegazione ultima.

Giuseppe non chiede di più, a lui basta sapere che quella storia ha il timbro di Dio.

“Il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo” (1,20).

Nelle parole di Matteo riecheggia la coscienza di fede della Chiesa primitiva; ma esprime anche la coscienza di Giuseppe: egli accoglie Maria come sua sposa perché sa che in lei si compie il mistero di Dio, non può spiegare l’evento ma crede che Dio è all’opera. Vivere il legame nuziale per lui significa salire sul monte, come Mosè, dove Dio si rivela (Es 24, 1-2).

L’eccomi di Giuseppe permette di passare dal sogno alla realtà: “quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa” (1,24).

L’eccomi non è fatto di parole ma di gesti, i dubbi e le domande lasciano il posto all’umile obbedienza. La storia di Dio cresce e si rivela dove l’uomo accoglie la Parola anche quando appare misteriosa. Giuseppe non rinuncia a comprendere ma non pretende di misurare la volontà di Dio con la sua ragione.

Contemplando l’umile e straordinaria santità di Giuseppe, chiediamo la grazia di aderire con gioia alla volontà di Dio.