La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai.
PRIMA LETTURA: At 13,46-49
Noi ci rivolgiamo ai pagani.
SALMO: (Sal 116)
Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!
Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa!. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi.
Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: È vicino a voi il regno di Dio».
Lc 10,1-9
Oggi, è la festa dei santi Cirillo e Metodio, fratelli nel sangue e Patroni d’ Europa. Furono missionari ed evangelisti in una gran parte della geografia europea. Prepararono testi liturgici in lingua slava, scritti in caratteri chiamati più tardi “cirillico”.
Il testo dell’evangelista Luca fotografa la ferma decisione di Gesù di strutturare una realtà che si andava costruendo. Il Nazareno, durante la sua attività pubblica, ha conosciuto e frequentato moltissime persone. Abbiamo letto nei brani precedenti che “folle” di persone lo seguivano. Ha scelto i Dodici, chiamandoli personalmente, attingendo talvolta dai seguaci del Battista oppure invitando, come il pubblicano Matteo, a lasciare tutto e subito, senza nemmeno essersi conosciuti.
Con loro ebbe un rapporto del tutto particolare e una familiarità speciale con alcuni che furono testimoni di fatti, come la trasfigurazione, non vissuti dagli altri.
Il Salvatore non ha chiamato alla sua sequela solo i discepoli. Sappiamo dai vangeli che anche altre persone facevano parte di questa prima comunità che poneva al centro l’ascolto del messaggio dell’Emmanuele e sperimentavano nella quotidianità un nuovo stile di vita.
“Designò altri settantadue”: il kerygma, il lieto annuncio dell’invio del Figlio di Dio Padre alle creature perché raddrizzino la loro strada ed intraprendano il cammino della conversione che li porterà alla salvezza eterna, deve essere portato a tutti senza alcuna differenza. Quegli apostoli, cioè tutti coloro che sono inviati dal Maestro, ricevono un compito che dovrà poi essere continuato da tutti i battezzati.
Nessuna preclusione religiosa (è destinata anche ai pagani) né geografica (Gesù, abbiamo letto nei brani scorsi, si recò anche al di fuori della terra santa) deve impedire l’annuncio che la Parola, il Logos, si è fatto carne. E da quell’uomo, che è Dio, riceviamo l’annuncio che è lieto e gioioso perché permette di conoscere un Dio che è misericordia infinita.