Bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo.

PRIMA LETTURA: Nm 21,4b-9

Chiunque sarà stato morso e guarderà il serpente, resterà in vita.

Oppure:

                                 Fil 2,6-11

Cristo umiliò se stesso, per questo Dio lo esaltò.

SALMO: (Sal 77)

Non dimenticate le opere del Signore!

«In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo:

«Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.

Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.

Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui».  

Gv 3,13-17

Oggi il Vangelo è una profezia, cioè, uno sguardo nello specchio della realtà che ci introduce nella verità aldilà di quello che i nostri sensi ci dicono: la Croce, la Santa Croce di Gesù Cristo, è il trono del Salvatore. Per questo, Gesù afferma che «così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo» (Gv 3,14).

Guardando il nome di questa festa spontaneamente ci chiederemmo il motivo per cui celebrare la croce. Da sempre essa è associata alla morte, ovvero alla conclusione della vita e questo nel modo più vergognoso e ignobile. In realtà non esaltiamo la croce quale simbolo religioso o ideologico, ma la croce di Cristo, quella sulla quale ha manifestato quanto grande sia l’amore di Dio per l’uomo.

Ciò che per l’uomo è segno della fine di ogni cosa Gesù ne ha fatto il principio della nuova creazione. La croce è l’ultimo sigillo tolto dal libro della vita sicché ogni uomo può conoscere la verità e sperimentarla. La verità è l’amore di Dio che è all’origine di ogni cosa. Proprio perché è il principio esso è gratuito e libero. Dio non ci ama perché ce lo meritiamo e non ci rende felici perché ci ricompensa per i sacrifici compiuti per fare il bene; Egli ci ama perché possiamo essere veramente salvi.

La salvezza la sperimentiamo non solamente quando, feriti mortalmente dal peccato ne riconosciamo la drammatica gravità e chiediamo aiuto per essere liberati dalla colpa, ma quando il nostro cuore si apre ad accogliere la misericordia di Dio che lo cambia dandogli la forma di quello suo. Nella misura in cui la croce diventa stile di vita l’uomo impara ad essere veramente libero. La croce è l’inizio della via della libertà che è a senso unico e non ammette la possibilità di tornare indietro. Su questa via si può solo progredire.

Se ci si ferma si viene risucchiati nuovamente nella logica del peccato che rende schiavi. La libertà che Dio ci dona è quella che si concretizza quando scegliamo di fare della nostra vita un dono gratuito e incondizionato. Questo è l’amore che genera vita.

Sappiamo bene che la Croce era il supplizio più atroce e vergognoso del suo tempo, esaltare la Santa Croce solo finirebbe per essere cinismo se non fosse perché da lì pende il Crocificato. La Croce, senza il Redentore, è cinismo puro; con il Figlio dell’uomo è il nuovo albero della Sapienza. Gesù Cristo, «offrendosi liberamente, alla passione» della Croce, ha aperto, il senso e il destino del nostro vivere: salire con Egli alla Santa Croce per aprire le braccia e il cuore al Dono di Dio, in un intercambio ammirabile. Anche qui ci conviene ascoltare la voce del Padre dal cielo: «Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto» (Mc 1,11). Incontrarci crocifissi con Gesù è resuscitare con Egli: Ecco qui il perché di tutto! C’è speranza, c’è senso, c’è eternità, c’è vita! Non siamo impazziti i cristiani quando nella vigilia pasquale, in modo solenne, ossia, nel Preconio Pasquale, cantiamo lode del peccato originale: «Oh!, felice colpa, che ci ha meritato cosi grande Redentore», che con il suo dolore ha impresso “Senso’’ al dolore.

«Guardate l’albero della croce, da dove pendeva il Salvatore del mondo: Venite e adoriamolo». Se riusciamo a superare lo scandalo e la pazzia di Cristo crocifisso, solo resta adorarlo e ringraziarlo per il suo Dono. È necessario cercare decisamente la Santa Croce nella nostra vita, per colmarci di certezza che, «Per Egli, con Egli e in Egli» la nostra donazione sarà trasformata, nelle mani del Padre, per lo Spirito Santo in vita eterna: «Versata per voi e per tutti gli uomini, per il perdono dei peccati».