Non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro.
PRIMA LETTURA: At 6,8-10.12; 7,54-60
Ecco, contemplo i cieli aperti.
SALMO: (Sal 30)
Alle tue mani, Signore, affido il mio spirito.
«In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli:
«Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani.
Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi.
Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato».
Mt 10,17-22
Oggi, appena assaporata la profonda esperienza della nascita di Gesù, cambia la scena liturgica. Si potrebbe pensare che la celebrazione di un martire, non si adatta al fascino del Natale … Il martirio di Santo Stefano, che veneriamo come protomartire della cristianità, ricade nella teologia dell’Incarnazione del Figlio di Dio. Gesù è venuto sulla terra per versare il suo Sangue per noi. Stefano fu il primo a versare il suo sangue per Gesù. Leggiamo nel Vangelo come Gesù stesso lo annuncia: «Vi consegneranno ai loro tribunali (…) sarete condotti davanti ai governatori e ai re per causa mia» (Mt 10,17.18). Precisamente “martire” significa proprio questo: testimone.
Questa testimonianza nella parola e nell’azione viene data grazie alla forza dello Spirito Santo: «È lo Spirito del Padre vostro che parla in voi» (Mt 10,19). Tale come leggiamo negli “Atti degli Apostoli”, capitolo 7, Stefano, portato in tribunale, ha tenuto una lezione magistrale, facendo un percorso per il Vecchio Testamento, dimostrando che tutto converge nel Nuovo, nella persona di Gesù. In lui viene compiuto tutto ciò che è stato annunciato dai profeti e insegnato dai patriarchi.
Nel racconto del suo martirio incontriamo una bellissima allusione trinitaria: «Stefano, pieno di Spirito Santo, fissati gli occhi nel cielo, vide la gloria di Dio, e Gesù stare alla destra di Dio.” (At 7,55). La sua esperienza era come un assaggio della gloria del cielo. E Stefano morì come Gesù, perdonare coloro che hanno sacrificato: “Signore, non tenere questo peccato» (At 7,60); pregò le parole del Maestro: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno» (Lc 23, 34).
Chiediamo a questo martire, che sappiamo vivere come lui, pieni dello Spirito Santo, affinché, fissando lo sguardo al cielo, vediamo Gesù alla destra di Dio. Questa esperienza ci farà godere del cielo, mentre siamo sulla terra.