La lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato.

PRIMA LETTURA: 1Sam 4,1b-11

Israele fu sconfitto e l’arca di Dio fu presa.

SALMO: (Sal 43)

Salvaci, Signore, per la tua misericordia.

«In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro».

Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte».

Mc 1,40-45

L’evangelista Marco ci presenta, ancora nel primo, densissimo, capitolo, un altro segno: dopo l’uomo liberato dallo spirito impuro e la suocera di Pietro rialzata, usando la parola della risurrezione, ecco che un lebbroso si avvicina a Gesù.

Gesù ha compassione e non ha paura di toccare e lasciarsi toccare da questa persona. Decide di portare insieme con lui il peso della sua situazione: la malattia, l’emarginazione sociale, forse anche la fatica di stare al mondo…

Tocca quel corpo piagato, tocca le sue ferite, il suo dolore, per sanarli, per portare sollievo, speranza, possibilità di ricominciare.

E non ha paura di lasciarsi toccare: quel male potrebbe contagiarlo, potrebbe lasciare segni sul suo corpo, ma ancora di più nel suo cuore, ma per lui nulla è più importante della persona che ha davanti, nulla è più importante di quella vita.

Il Signore si avvicina e tocca anche le mie ferite, le mie piaghe: la mia vita conta per lui.

Ma chiede anche a ciascuno di noi di fare lo stesso, andare al di là di pregiudizi e paure, scoprire la persona, le sue fatiche e i suoi dolori e provare a portarli insieme, anche a costo di lasciarci toccare e segnare, fin nel più profondo di noi stessi.

Voglia il Cielo che la nostra conversione la chiediamo con la stessa fede e fiducia con cui il lebbroso si presentò davanti a Gesù! «In ginocchio gli diceva «Se vuoi, puoi curarmi!» (Mc 1,40). Lui è l’unico che può rendere possibile quello che, per noi stessi, risulterebbe impossibile. Lasciamo che Dio agisca con la Sua grazia in noi, perché il nostro cuore sia purificato e, docile alla Sua azione, giunga ad essere ogni giorno di più un cuore a immagine e somiglianza del cuore di Gesù. Lui, con fiducia, ci dice: «Lo voglio, sii purificato» (Mc 1,41).