È meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna.
PRIMA LETTURA: Gc 5,1-6
Il salario dei lavoratori che voi non avete pagato, grida, e le loro proteste sono giunte alle orecchie del Signore onnipotente.
SALMO: (Sal 48)
Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
«In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Chiunque vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa.
Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare.
Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue.
Ognuno infatti sarà salato con il fuoco. Buona cosa è il sale; ma se il sale diventa insipido, con che cosa gli darete sapore? Abbiate sale in voi stessi e siate in pace gli uni con gli altri».
Mc 9,41-50
Cos’è che è motivo di scandalo in noi? Il Signore oggi ci invita a guardarci dentro, ad analizzarci nel profondo. Siamo noi quelli capaci di dare da bere a chi ha sete, nel nome di Cristo?
Oppure siamo tra coloro che scandalizzano i più piccoli, gli ultimi, gli emarginati, e come tanti altri dimenticandosi di loro siamo capaci di passare oltre senza guardare?
Gesù ci invita con alcune affermazioni dal grande valore provocatorio, di rottura, a guardare con schiettezza al nostro quotidiano, alla maniera con cui noi ci poniamo nel mondo. Le nostre azioni, le nostre direzioni, le nostre prospettive sulle cose.
La mano, il piede, l’occhio: simbolicamente il Figlio di Dio ci invita ad interrogarci, a chiederci se non siamo noi per noi stessi ostacolo. Ecco, allora, che Egli ci invita a liberarci, a privarci di ciò che nei nostri giorni è motivo di impaccio più che di benedizione. In che direzione vanno i nostri desideri, i nostri progetti e di conseguenza le nostre azioni?
Se non siamo in grado di orientare il verso che la nostra esistenza ha preso, allora dobbiamo essere capaci di decisioni radicali che ci riportino sulla strada della nostra vocazione. Chiunque, dunque, sia di impedimento a sé, curi per primo sé stesso; si prenda cioè cura dei propri errori, delle proprie infermità. Solo allora si renderà libero e in grado di compiere opere giuste nel nome del Signore.
Il Vangelo proclamato, diventa un po`difficile da capire dovuto alla durezza delle parole di Gesù: «Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala (…).se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via» Mc 9,43.47). È che Gesù è molto esigente con quelli che sono i suoi seguaci. Semplicemente Gesù vuole ribadire che dobbiamo saper rinunciare alle cose che ci danneggiano, anche se sono cose molto piacevoli, ma che possono essere motivo di peccato e vizio. San Gregorio lascerà scritto «che non dobbiamo desiderare le cose che soddisfanno solo le necessità materiali e peccaminose». Gesù esige radicalità. Altrove nel Vangelo dice anche: «Chi avrà trovato la sua vita, la perderà: e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà» (Mt 10,39).
D’altra parte, questa esigenza di Gesù vuole essere una esigenza di amore e di crescita. Non resteremo senza la sua ricompensa. Ciò che darà senso alle nostre cose deve essere sempre l’amore: dobbiamo arrivare a saper dare un bicchiere d’acqua a chi ne ha bisogno, e non per interesse personale, ma per amore. Dobbiamo scoprire Gesù Cristo nei più bisognosi e poveri. Gesù solo denuncia severamente e condanna coloro che fanno il male e scandalizzano, quelli che allontanano i più piccoli dal bene e dalla grazia di Dio.
Finalmente, tutti noi dobbiamo superare la prova del fuoco. È il fuoco della carità e dell’amore che ci purifica dai nostri peccati, per poter essere il sale che dà il buon sapore dell’amore, del servizio e della carità. Nella preghiera e nell’Eucaristia è dove i cristiani troviamo la forza della fede e del buon gusto del sale di Cristo. Non rimarremo senza ricompensa!