Non c’è altro comandamento più grande di questi.

PRIMA LETTURA: Tb 6,10-11; 7,1.9-17; 8,4-9

Dégnati di avere misericordia di me e di lei e di farci giungere insieme alla vecchiaia.

SALMO: (Sal 127)

Beato chi teme il Signore.

«In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?».

Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi».

Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici».

Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio».

E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo».

Mc 12,28b-34

Oggi, un maestro della Legge domanda a Gesù: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?» (Mc 12,28). La domanda è insidiosa. In primo luogo perché cerca di stabilire una gerarchia tra i vari comandamenti; e, in secondo luogo, perché la sua domanda si limita alla Legge. È normale, si tratta di una domanda di un maestro della Legge.

La domanda che lo scriba rivolge a Gesù non mira tanto a saggiare la sua preparazione dottrinale quanto a verificarne l’autorità profetica. Al contrario delle altre due questioni, che erano solo un pretesto per metterlo in difficoltà, all’interrogativo circa il comandamento dal quale dipendono tutti gli altri Gesù risponde prontamente citando la Scrittura. In tal modo egli dimostra di non opporsi alla Legge ma, al contrario, di esserle sottomesso e di interpretarla fedelmente con la sua vita.

Gesù si unisce al coro delle donne e degli uomini d’Israele che nella storia hanno sperimentato che Dio è uno solo e gli altri dei non esistono. Non si tratta solo di una formula per esprimere la propria fede monoteista ma del cuore del credo d’Israele che riconosce in Dio l’unico Signore che lo salva e lo governa perché lo ama. Dio si è rivelato ad Israele come Padre per sempre, unica origine della sua vita, e come Sposo fedele che ama in maniera unica e totalizzante.

L’amore vero, che ha la sua scaturigine nel Signore, ha queste caratteristiche. La verità è che in Dio vita e amore sono indissolubilmente uniti, sicché colui che da lui è generato per vivere deve amare. La vita è un dono fatto all’uomo che riceve da Dio anche i comandamenti, ovvero l’insegnamento sul come amare e custodire la vita che ci è stata regalata. I comandamenti sono l’esercizio dell’amore che tonifica la vita. L’amore autentico è unidirezionale e convoglia tutte le facoltà verso la realizzazione del bene della persona amata. L’amore falso è quello frammentario e un po’ schizofrenico.

Di questo Gesù ne parla quando dice che «nessuno può servire due padroni perché o amerà uno e odierà l’altro o si affezionerà a uno e disprezzerà l’altro». Come il Signore ci ha amato totalmente fino a dare tutto sé stesso facendosi nostro servitore, così l’amato crede nell’Amore amando nello stesso modo, o meglio, desiderando ed esercitandosi ad amare alla stessa maniera. La fede, come l’amore, non si riduce a dichiarazioni d’intenti, ma si professa attraverso gesti concreti di carità fraterna.

La risposta del Signore smonta la spiritualità di quel «maestro della Legge». Ogni atteggiamento di un discepolo di Gesù riguardo a Dio si sintetizza in un doppio punto: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore» e «Amerai il tuo prossimo come te stesso» (Mc 12,31). Il comportamento religioso viene definito nella sua relazione verso Dio e verso il prossimo, e il comportamento umano viene stabilito nella sua relazione con gli altri e verso Dio. In altre parole, dice Sant’Agostino: «Ama e fa quello che vuoi». Ama Dio e ama gli altri, e, tutto il resto sarà conseguenza di questo amore integrale.

Il maestro della Legge lo capisce perfettamente e indica che amare Dio con tutto il cuore e amare gli altri come sé stessi «Vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici» (Mc 12,33). Dio sta aspettando la risposta di ogni persona, la donazione totale «con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima e con tutta la tua forza» (Mc 12,30) a Lui che è la Verità e la Bontà ed e il donarsi generosamente agli altri. I «sacrifici e le offerte» hanno senso solo nella misura in cui siano espressione vera di questo doppio amore. E pensare che a volte usiamo i “piccoli comandamenti” ed “i sacrifici e le offerte” come una pietra per criticare o ferire il prossimo!

Gesù commenta la risposta del maestro della Legge con un «Non sei lontano dal regno di Dio» (Mc12,34). Per Gesù, nessuno, che ami il suo prossimo al di sopra di tutto, è lontano dal regno di Dio.