Prese a mandarli.

PRIMA LETTURA: Eb 12,18-19.21-24

Voi vi siete accostati al monte Sion, alla città del Dio vivente.

SALMO (SAL 47)

Abbiamo conosciuto, Signore, il tuo amore.

“In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. 
E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro». 
Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.”

Mc 6,7-13

Il Vangelo di oggi continua il racconto di ieri.

Gesù vive il rifiuto della sua gente, ma non resta a Nazareth: va oltre le chiusure, oltre i giudizi, oltre le calunnie. Gesù va sempre oltre, e ci insegna ad andare oltre! Lui esce fuori da Nazareth e allarga la sua famiglia, la sua casa, partecipa la sua missione. Come? Inviando i suoi discepoli, inviando, quindi, ciascuno di noi! Se Gesù ci invia, non siamo mai soli!

In questo vangelo è scritto che Gesù invia i suoi discepoli a due a due, cioè non ci manda da soli, perché l’annuncio della fede cristiana è sempre annuncio di comunione, di fratellanza e questo annuncio è reso possibile solo se si vive in relazione con gli altri.

Lo vediamo nel Vangelo: Gesù, davanti alla chiusura verso la sua persona, risponde con la relazione. Ecco, oggi anche noi cristiani rispondiamo con la relazione, mettiamoci in relazione! perché cercare l’altro, servire l’altro è la via evangelica della felicità.  

Oggi il Vangelo ci specifica com’è articolata questa relazione che tiene uniti i cristiani, donandoci quattro indicazioni:

ospitalità, comunione, condivisione ed accoglienza degli esclusi.

Ospitalità perché il cristiano mandato da Gesù, nella fede, è colui che non si mette subito in situazione di aiutare gli altri, ma di avere bisogno degli altri! Un cristiano vero non si pone mai con arroganza e autosufficienza come ci propone oggi la società, no! Si mette in situazione di aver bisogno degli altri, perché comprende che il farsi piccolo e povero ci aiuta a vivere una vera relazione di fiducia in Dio e negli altri.

La seconda indicazione è la comunione, perché i cristiani cercano la comunione con tutti, non temono di contaminarsi con quelli che sono classificati dalla società come impuri, ma, come ha fatto Gesù, mostrano amore verso i peccatori, perché la purezza è la via dell’amore, cioè dell’unione in Dio, non della separazione!

Terza indicazione: la condivisione e l’accoglienza, perché chi segue Gesù sa donare quello che ha ricevuto e non si distingue dagli altri, ma lavora, come tutti, anche se crede in Dio e in Gesù resta un essere umano che vive del suo lavoro e raccoglie i frutti del suo operare con fatica, come tutti!

Quarta indicazione: accoglienza degli esclusi, perché Gesù ci ha insegnato che la via dell’amore è anche via di giustizia. La vita cristiana, proprio perché è vita di relazione con tutti, non può sopportare che ci sia distinzione tra povero e ricco.

Ecco allora, oggi impariamo che vivere il Vangelo è annunciare a tutti che Dio ci sta vicino, nelle cose di ogni giorno, perché il Regno di Dio è in mezzo a noi.

Allora chiediamo oggi al Signore di essere proprio noi questi discepoli che Gesù invia: c’è gioia nel seguire Gesù, nella pace che Lui dona nel considerarci tutti fratelli e sorelle su questa terra, perché in fondo abbiamo bisogno gli uni degli altri! Aiutiamoci, allora, a vivere e ad annunciare insieme il Vangelo, se vogliamo essere felici!