Non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme.

PRIMA LETTURA: Ef 6,10-20

Prendete l’armatura di Dio, perché possiate resistere e restare saldi dopo aver superato tutte le prove.

SALMO: (Sal 143) 

 Benedetto il Signore, mia roccia.
Oppure:
Sei tu, Signore, il mio sostegno.

«In quel momento si avvicinarono a Gesù alcuni farisei a dirgli: «Parti e vattene via di qui, perché Erode ti vuole uccidere».
Egli rispose loro: «Andate a dire a quella volpe: “Ecco, io scaccio demòni e compio guarigioni oggi e domani; e il terzo giorno la mia opera è compiuta. Però è necessario che oggi, domani e il giorno seguente io prosegua nel cammino, perché non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme”.
Gerusalemme, Gerusalemme, tu che uccidi i profeti e lapidi quelli che sono stati mandati a te: quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una chioccia i suoi pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto! Ecco, la vostra casa è abbandonata a voi! Vi dico infatti che non mi vedrete, finché verrà il tempo in cui direte: “Benedetto colui che viene nel nome del Signore!”».

Lc 13,31-35

Parti e vattene via di qui, perché Erode ti vuole uccidere” (13,31).

La comunicazione dei farisei non è affatto rassicurante, anzi prefigura uno scenario sempre più avverso alla predicazione di Gesù (13,31). Il Nazareno non fugge né rinuncia al compito ricevuto, non si chiude nella pur legittima amarezza e neppure manifesta sentimenti di insofferenza nei confronti dei suoi tenaci oppositori. Sceglie piuttosto di consegnare ai discepoli parole che svelano il senso della sua missione e l’amore che egli nutre per il suo popolo: “Quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli come una chioccia i suoi pulcini sotto le ali e voi non avete voluto!” (13,34). Offre così l’immagine di un Dio che, malgrado tutto, null’altro desidera se non prendersi cura di tutti i suoi figli. Le parole sono rivolte a Gerusalemme e lasciano intravedere la sofferenza che la città dovrà affrontare anni dopo quando sarà distrutta dai Romani. 

Quando descrive il volto di Gesù, il Vangelo annuncia lo stile della Chiesa. Le parole del Signore sono una consolazione e una provocazione. Anche a noi è chiesto di avere un cuore che non si nasconde dietro il muro delle paure ma s’immerge nella storia quotidiana con l’ardente desiderio di realizzare il progetto di Dio. Dobbiamo purtroppo constatare che spesso questo non accade perché siamo concentrati esclusivamente sui nostri bisogni materiali. È vero, non sempre possiamo fare qualcosa ma sempre dobbiamo guardare il mondo con gli occhi di Dio e portare tutti nella preghiera. Dobbiamo impariamo ad allargare gli orizzonti per sentire e far sentire il palpito di Dio per quest’umanità dolente e affaticata. Dobbiamo vivere il quotidiano con tutte le sue preoccupazioni senza però rinunciare ai grandi ideali e sempre pronti ad annunciare e testimoniare che il buon Dio non abbandona nessuno. È una grazia da chiedere anzitutto per i consacrati: chi è chiamato a spendere tutta la vita per il Vangelo, senza sconti, ha il compito di portare nel cuore alle necessità di tutti, specie dei più fragili e indifesi. È questa la grazia che oggi chiediamo.