Lo sposo è con loro.
PRIMA LETTURA: Eb 5,1-10
Pur essendo Figlio, imparò l’obbedienza da ciò che patì.
SALMO (SAL 109)
Tu sei sacerdote per sempre, Cristo Signore.
“In quel tempo, i
discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno. Vennero da Gesù e
gli dissero: «Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei
digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?».
Gesù disse loro: «Possono forse digiunare gli invitati a nozze, quando lo sposo
è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare. Ma verranno
giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora, in quel giorno,
digiuneranno.
Nessuno cuce un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio; altrimenti il
rattoppo nuovo porta via qualcosa alla stoffa vecchia e lo strappo diventa
peggiore. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino
spaccherà gli otri, e si perdono vino e otri. Ma vino nuovo in otri nuovi!».”
Il digiuno è un atto penitenziale che la Chiesa pratica sin dalle sue origini ed è comune a molte altre espressioni religiose. Ha lo scopo di distoglierci dai beni temporali, predisporre l’animo ai valori dello spirito e renderci vigilanti nell’attesa della salvezza. Ha anche un valore di espiazione e ascetico.
Oggi noi viviamo il digiuno come partecipazione alle sofferenze di Cristo. Alcuni santi lo hanno praticato in modo eroico. Al tempo di Gesù lo praticavano anche i discepoli del Battista e i seguaci dei farisei.
Da qui la domanda provocatoria rivolta a Gesù: «Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?».
La risposta di Gesù, come sempre, è ricca di significati e di insegnamenti.
Egli vuole proclamare la novità che sta sbocciando per tutti con la sua presenza nel mondo e con l’opera redentrice che sta già attuando. Il regno di Dio è in mezzo a noi.
Nascono tempi nuovi alimentati non più da paure e timori, ma dall’amore dello «sposo» verso l’umanità riconciliata. È ormai in atto il tempo nuovo, il tempo delle nozze, il tempo della gioia e della festa, circostanze che non si conciliano più con il digiuno e con il lutto.
«Possono forse digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro?».
Soltanto se privati di questa gioia, inizierà il tempo del lutto e del digiuno.
La novità del Cristo è totale e sconvolgente, non è assolutamente da paragonare ad un rattoppo sul vecchio e sul passato. Il vino è un vino nuovo, è quel vino, prima sorbito da Cristo come calice amaro e poi offerto a noi come bevanda di salvezza.
«Verranno tempi…» – dice però il Signore.
È una velata allusione alla sua morte, alla passione sua e del mondo, al «già e non ancora», che crea la perenne ansia di una pienezza che ci sfugge.