Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni ed ella vivrà.
PRIMA LETTURA: Gen 28,10-22a
Una scala poggiava sulla terra, mentre la sua cima raggiungeva il cielo.
SALMO (Sal 90)
Mio Dio, in te confido.
“In quel tempo,
mentre Gesù parlava, giunse uno dei capi, gli si prostrò dinanzi e disse: «Mia
figlia è morta proprio ora; ma vieni, imponi la tua mano su di lei ed ella
vivrà». Gesù si alzò e lo seguì con i suoi discepoli.
Ed ecco, una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni, gli si avvicinò
alle spalle e toccò il lembo del suo mantello. Diceva infatti tra sé: «Se
riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò salvata». Gesù si voltò, la
vide e disse: «Coraggio, figlia, la tua fede ti ha salvata». E da quell’istante
la donna fu salvata.
Arrivato poi nella casa del capo e veduti i flautisti e la folla in agitazione,
Gesù disse: «Andate via! La fanciulla infatti non è morta, ma dorme». E lo
deridevano. Ma dopo che la folla fu cacciata via, egli entrò, le prese la mano
e la fanciulla si alzò. E questa notizia si diffuse in tutta quella regione.”
Mt 9,18-26
Il Vangelo, pagina dopo pagina, ci rivela la verità di Cristo Gesù e come ogni persona si relaziona con essa. Uno dei capi chiede a Gesù: “Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni, imponi la tua mano su di lei ed ella vivrà”.Quest’uomo crede, nonostante Gesù non abbia compiuto alcuna risurrezione, che Lui può dare nuovamente la vita alla figlia che è morta. Crede, si reca da Lui, glielo chiede con fede, anzi con certezza. Se Gesù verrà, sua figlia sarà riportata in vita. Gesù si alza per recarsi dalla fanciulla morta e la speranza del padre torna nuovamente a vivere nel suo cuore. È giusto allora che noi ci interroghiamo sulla nostra fede in Cristo Gesù. Lui è lo stesso ieri, oggi, sempre. Con quale certezza noi ci rechiamo da Lui per chiedere una grazia agli occhi nostri anche impossibile? Abbiamo la stessa certezza di questo capo dei giudei? Oppure ci presentiamo con una fede debole, inferma, malata? Chiediamo solo per chiedere, senza alcuna convinzione, carenti di ogni certezza nel cuore? Gesù sempre risponde secondo la nostra fede. È la nostra fede che lo spinge ad operare.
Una donna soffre di una malattia che la rende impura. Tutto ciò che essa tocca diviene impuro e chiunque dovesse toccare lei, diviene impuro. Non può essa presentarsi a Gesù e chiedere la guarigione come tutti gli altri ammalati nel corpo. La sua fede va ben oltre ogni modalità finora conosciuta e sperimentata di chiedere a Gesù. Lei è certa che se riuscirà solo a toccare Gesù, anche attraverso un lembo del suo mantello,, lei sarà guarita. Senza che nessuno veda nulla, sappia nulla, lei si accosta, tocca il mantello, è guarita all’istante. Gesù non solo la incoraggia, le svela anche il motivo per cui lei è salva: “La tua fede ti ha salvata”.Questa donna insegna ad ogni altra donna e ogni altro uomo che ognuno deve trovare la sua via per chiedere a Cristo. Non vi sono vie tracciate per tutti. Le vie possono essere, devono essere personali sempre. Ognuno è obbligato a trovare la sua via per andare al Signore. Chi trova una sua via attesta di avere una fede viva. La donna è di fede viva. Va oltre ogni modalità conosciuta. Trova la modalità che fa al suo caso. Rispetta il suo pudore e la sua vergogna. Non vi sono vie che non possono essere percorse. Una è la condizione: che siano il frutto di una fede viva, vera, nuova, sempre aggiornata sulla verità di Gesù.
Vi è la fede stolta, insipiente, fondata sull’irrazionalità, sulla non conoscenza di Cristo Gesù. Gesù viene, dona una verità: “Andate via! La fanciulla infatti non è morta, ma dorme”,quanti ascoltano, lo deridono. È come se Gesù non distinguesse una persona che dorme da una che è morta. È deriso perché viene giudicato un incompetente, uno non esperto. A costoro manca anche la fede iniziale in Lui. Non hanno neanche un piccolissimo germe di fede in Gesù. La derisione di queste persone deve rivelare al nostro cuore una verità essenziale: la fede nasce dalla fede, la verità dalla verità. Nella fede si cammina di fede in fede, anche nella verità si cammina di verità in verità. Urge sempre passare da una fede imperfetta ad una fede perfetta, da una verità isolata a tutta e a tutte le verità. Se però manca anche il germe iniziale della fede e della verità, non c’è sviluppo. È compito della Chiesa mettere nel cuore di ogni uomo il germe della fede e poi aiutare quanti lo hanno ricevuto perché lo facciano crescere e sviluppare. Allora è giusto che ognuno si chieda: “Qual è il germe della mia fede?”.