La lampada si pone su un candelabro, perché chi entra veda la luce.
PRIMA LETTURA: Esd 1,1-6
Chiunque appartiene al popolo del Signore, salga a Gerusalemme e costruisca il tempio del Signore.
SALMO: (Sal 125)
Grandi cose ha fatto il Signore per noi.
«In quel tempo, Gesù disse alla folla:
«Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la mette sotto un letto, ma la pone su un candelabro, perché chi entra veda la luce.
Non c’è nulla di segreto che non sia manifestato, nulla di nascosto che non sia conosciuto e venga in piena luce.
Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha, sarà dato, ma a chi non ha, sarà tolto anche ciò che crede di avere».
Lc 8,16-18
Oggi, questo Vangelo così breve, è ricco di tematiche che attirano la nostra attenzione. In primo luogo, “dare luce”: tutto è evidente d’innanzi agli occhi di Dio! Secondo grande tema: le Grazie sono concatenate, la fedeltà a una, attrae le altre. Infine, è un linguaggio umano per cose divine e permanenti.
La logica pone le azioni in maniera correlata tra loro affinché insieme concorrano a realizzare il fine per il quale sono fatte. Quando si agisce in maniera meccanica, cioè senza pensare, venendo a mancare la logica, le azioni possono essere contrastanti tra loro al punto da vanificare il loro effetto. Per questo Gesù dice che nessuno che riflette su quello che fa e agisce perché pensa può, per esempio, accendere la lampada e poi coprirla con un vaso o metterla sotto un letto. Al contrario, all’accensione della lampada segue il gesto di metterla sul candelabro. Se si accende una lampada lo si fa perché chiunque entra in una stanza possa vedere la luce.
Non avere un fine per cui vivere significa essere privi di quel pensiero che guida e mette in ordine le nostre azioni legandole ad un senso. La parola di Dio ascoltata e accolta nel cuore non solo permette di scoprire la logica sottesa agli eventi della vita, soprattutto quelli più dolorosi e oscuri, ma permette anche di dare un senso ai gesti che si compiono e alle parole che si pronunciano. La sofferenza e la morte di Gesù sono ordinati alla sua risurrezione.
Nella Pasqua di Cristo il «segreto di Dio», ovvero il suo pensiero, il suo progetto, il Mistero del suo amore, viene manifestato perché tutti possano vedere e conoscere il volto del Padre, sperimentare il calore della sua misericordia e gioire per la luminosità della sua gloria. Ascoltare la Parola di Dio non significa solo ammirare la luce ma anche imitare Colui che ha detto di sé di essere la «luce del mondo». Gesù ci chiede di monitorare la nostra capacità di ascoltare perché riusciamo ad assimilare la medesima logica di Dio per non cadere negli automatismi tipici di chi rinuncia a pensare o semplicisticamente fa suo il pensiero di altri, quello che lo gratifica di più. La fede è ricerca, approfondimento, riflessione, ricordo. Tutto questo ci fa crescere in libertà perché ci rende più consapevoli. L’ascolto della Parola di Dio accende in noi il desiderio di conoscere Dio e di diventare partecipi della sua luminosa carità