Quello che è di Cesare rendetelo a Cesare, e quello che è di Dio, a Dio.
PRIMA LETTURA: Tb 2,9-14
Rimasi cieco.
Saldo è il cuore del giusto che confida nel Signore.
«In quel tempo, mandarono da Gesù alcuni farisei ed erodiani, per coglierlo in fallo nel discorso.
Vennero e gli dissero: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno, ma insegni la via di Dio secondo verità. È lecito o no pagare il tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare, o no?».
Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse loro: «Perché volete mettermi alla prova? Portatemi un denaro: voglio vederlo». Ed essi glielo portarono.
Allora disse loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare». Gesù disse loro: «Quello che è di Cesare rendetelo a Cesare, e quello che è di Dio, a Dio».
E rimasero ammirati di lui».
Mc 12,13-17
“Maestro, sappiamo che sei veritiero e non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno, ma insegni la via di Dio secondo verità” (12,14).
In apparenza lo trattano con rispetto, riconoscono in Lui un Maestro che “insegna la via di Dio” e gli chiedono di parlare “secondo verità”.
Impossibile non notare la plateale contraddizione: i farisei vanno con l’intenzione di ingannare (12,13) e chiedono a Gesù di essere veritiero!
“Lodano colui che vogliono distruggere”, scrive autore anonimo dei primi secoli. Proprio loro che usano le parole per nascondere i veri propositi pretendono che Lui sia leale e dica quello che pensa, senza alcun timore. Usano l’arma sottile e purtroppo sempre efficace dell’adulazione, pensano così di ottenere più facilmente una risposta imprudente che dia loro la possibilità di accusarlo.
Evidentemente non hanno ancora compreso chi è l’uomo che hanno davanti.
Gesù non ha bisogno di essere adulato per proclamare la verità. Egli conosce i suoi avversari, sa bene che quelle lodi non sono sincere.
Fino a questo momento hanno lanciato contro di lui le accuse più infamanti, anche dinanzi ai miracoli hanno chiuso gli occhi, lo hanno accusato addirittura di essere complice di Beelzebùl (Mc 3,22). Ora invece si presentano come agnellini, discepoli devoti e rispettosi. Non è raro incontrare persone come queste, nella vita sociale come in quella ecclesiale. Chiediamo la grazia di non cadere mai in questa trappola.