È venuto Giovanni e i peccatori gli hanno creduto.
La salvezza messianica è promessa a tutti i popoli.
SALMO: (Sal 33)
Il povero grida e il Signore lo ascolta.
Oppure:
Il Signore è vicino a chi lo cerca.
E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».
Mt 21,28-32
Oggi, contempliamo il padre che ha due figli e dice al primo: «Figlio, và oggi a lavorare nella vigna’. Ed egli rispose: ‘Sì, signore’; ma non andò» (Mt 21,29) «Rivoltosi al secondo, gli disse lo stesso. Ed egli rispose: ‘Non ne ho voglia’; ma poi, pentitosi, ci andò» (cf. Mt 21,30). L’importante non è dire “sì”, ma “mettersi al lavoro”. C’è un proverbio che dice: «sono le opere concrete, non le buone intenzioni, i veri gesti d’amore».
In un altro momento, Gesù darà la dottrina che insegna questa parabola: «Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli» (Mt 7,21). Come scrisse sant’Agostino, «esistono due volontà. È la tua volontà quella che deve essere corretta per identificarsi con la volontà di Dio; e non, al contrario, quella di Dio, che si deve accomodare alla tua». In catalano si dice che un bambino crede, quando obbedisce: credi! Ovvero, identifichiamo l’obbedienza con la fede, con la fiducia in ciò che ci viene detto.
Obbedienza viene da ascoltare con grande attenzione. Si manifesta nella preghiera, nel non fare i “sordi” di fronte alla voce dell’Amore. «Noi uomini tendiamo a “difenderci”, ad aggrapparci al nostro egoismo. Dio esige che, obbedendo, esercitiamo la fede. A volte il Signore suggerisce la propria volontà come a bassa voce, laggiù, nel fondo della coscienza: e bisogna stare attenti, per distinguere quella voce ed esserle fedeli» (San Josemaría Escrivá). Fare la volontà di Dio è essere santo; obbedire non è essere semplicemente una marionetta in mano ad un altro, ma interiorizzare ciò che devi compiere: e, quindi, farlo perché “lo voglio”.