Il granello crebbe e divenne un albero.

PRIMA LETTURA: Ef 5,21-33

Questo mistero è grande: io lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa!

SALMO: (Sal 127)

Beato chi teme il Signore.

«In quel tempo, diceva Gesù: «A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo posso paragonare? È simile a un granello di senape, che un uomo prese e gettò nel suo giardino; crebbe, divenne un albero e gli uccelli del cielo vennero a fare il nido fra i suoi rami».

E disse ancora: «A che cosa posso paragonare il regno di Dio? È simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».

Lc 13,18-21.

Il vangelo di oggi ci presenta due brevi ma bellissime parabole con cui Gesù ci spiega in cosa consiste il Regno dei Cieli. La prima ci insegna che il Regno dei Cieli istaurato da Gesù (il granello di senape) con la sua passione, morte e risurrezione è destinato a crescere, affinché possa offrire riparo ai piccoli, ai poveri che ne hanno bisogno, cioè ogni uomo che riconosca di non bastare a sé stesso.

La seconda parabola ci insegna che il Regno dei Cieli c’è ma non si vede, come il lievito nel pane; la sua funzione è di far fermentare ogni aspetto della vita ed anche ogni elemento del creato per ricondurre tutto a gloria di Dio.

I testi della liturgia, per mezzo di queste due parabole, mettono davanti ai nostri occhi una delle caratteristiche proprie del Regno di Dio: è qualcosa che cresce lentamente –come un chicco di senape- ma che arriva a crescere fino al punto di offrire rifugio agli uccelli del cielo.

Così lo manifestava Tertulliano: «Siamo di ieri e siamo dappertutto!». Con questa parabola, Nostro Signore esorta alla pazienza, alla fermezza alla speranza. Queste virtù sono particolarmente necessarie a coloro che si dedicano a diffondere il Regno di Dio. È necessario saper attendere, perché il chicco seminato, con la grazia di Dio e con la cooperazione umana, cresca, sprofondando le sue radici nella buona terra e cresca gradualmente, fino a diventare un albero. Bisogna, anzitutto, avere fede nella virtualità –fecondità- contenuta nel seme del Regno di Dio. Questa semente è la Parola; ma è pure l’Eucaristia, che si semina in noi per mezzo della Comunione. Nostro Signore Gesù Cristo paragonerà Sé stesso con il «chicco di grano, caduto in terra, (…) se (…) muore, produce molto frutto» (Gv 12,24).

Il Regno di Dio, continua Nostro Signore, è simile «al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata» (Lc 13,21). Anche qui si parla della capacità che ha il lievito di far fermentare la massa. Così succede con “il resto d’Israele” di cui si parla nell’Antico Testamento: il “resto” dovrà salvare e lievitare tutto il popolo. Continuando con la parabola, solamente è necessario che il lievito stia nella massa, che arrivi al popolo, che sia come il sale, capace di preservare dalla corruzione e di dare buon sapore a tutto il cibo (cf. Mat 5,13). È pure necessario dar tempo affinché il lievito svolga il suo lavoro.

Parabole che stimolano alla pazienza e alla speranza sicura, parabole che ci parlano del Regno di Dio e della Chiesa, e che si applicano anche allo sviluppo di questo stesso Regno e di quello di ognuno di noi.