Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli.
PRIMA LETTURA: Rm 5,12-15b.17-19.20b-21
Se per la caduta di uno solo la morte ha regnato, molto di più quelli che ricevono l’abbondanza della grazia regneranno nella vita per mezzo del solo Gesù Cristo.
SALMO: (Sal 39)
Ecco, Signore, io vengo per fare la tua volontà.
«In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito.
Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli.
E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!».
Lc 12,35-38
Il vangelo di oggi ci presenta ancora un aspetto della nuova beatitudine dei credenti: la vigilanza. L’attesa del Signore è una caratteristica del credente, che non si addormenta nella routine di ogni giorno, ma è sempre attivo e pronto; la vigilanza è segno della fede, della speranza, dell’attaccamento a lui.
Perché poi sono beati quelli che attendono il ritorno del Signore, nella scomoda posizione di chi non può mai riposare soddisfatto del suo lavoro?
Perché questi servi, sempre in debito e sempre ansiosamente protesi verso il futuro, sono beati?
Perché quel Dio esigente e imprevedibile che essi servono nell’attesa, già si è rivelato e si fa presente come Padre: il Dio temibile, si è manifestato «in mezzo a noi come colui che serve». Purché non ci si faccia trovare addormentati, come chi ha rinunciato alla beatitudine di aspettare e preparare il futuro promesso da Dio!
Non c’è momento della vita in cui tutto possa cambiare, sia in meglio che in peggio. Può arrivare una telefonata che ci fa ritrovare un amico, che ci fa arrivare un’eredità, oppure la vittoria di un concorso nel quale non si sperava, ma anche il responso medico circa una brutta malattia nostra o dei nostri cari, un incidente stradale, la morte.
Se siamo pronti, preparati, specie alle difficoltà, al momento in cui si presentano sapremo come affrontarle e ne usciremo a testa alta, seppur con le ossa rotte e doloranti, ma se non siamo preparati gli eventi ci travolgeranno e la nostra vita sarà un inferno. Dobbiamo essere in costante dialogo con Lui perché al momento in cui dovessimo aver bisogno del Signore Lui dica “non vi conosco”.