Gesù esultò nello Spirito Santo.
PRIMA LETTURA Is 11,1-10
Su di lui si poserà lo spirito del Signore.
SALMO (Sal 71)
Nei suoi giorni
fioriranno giustizia e pace.
Oppure:
Vieni, Signore, re di giustizia e di pace.
“ In quella
stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o
Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai
sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai
deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno
sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui
al quale il Figlio vorrà rivelarlo».
E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò
che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che
voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo
ascoltarono».”
Lc 10,21-24
“In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo” (10,20). Il contesto immediato della preghiera di lode che Gesù rivolge al Padre è il ritorno dei settantadue discepoli inviati a portare la buona notizia (Lc 10, 1-12). I discepoli ritornano e raccontano gioiosi tutto quello che essi hanno visto e come, attraverso il loro annuncio, anche i demoni si sottomettevano alla potenza della Parola. Gesù non vuole smorzare questo entusiasmo sincero anche se carico di ingenuità. Lui sa bene che siamo solo all’inizio della grande avventura, sono i primi passi di una lotta che accompagnerà tutti i secoli. L’esperienza missionaria dei discepoli è solo un piccolo germoglio di una grande semina. E tuttavia Gesù partecipa alla gioia della comunità apostolica. Il verbo agalliáō significa esultare, cioè manifestare l’interiore letizia con parole e gesti. L’evangelista sottolinea la presenza attiva dello Spirito che vince ogni inquietudine ed apre il cuore alla speranza. Dove c’è lo Spirito non c’è posto per la lamentazione e l’amarezza. Non tutto quello che accade ci rasserena, anzi la vita è piena di contraddizioni ma lo Spirito c’insegna a non misurare ogni cosa con le nostre legittime attese. La certezza che Dio si è fatto uomo e partecipa attivamente alla storia dell’umanità alimenta la gioia interiore e preghiera di lode anche nelle situazioni più oscure.
Le pagine della cronaca non sono mai prive di notizie inquietanti. La fede non attenua la coscienza del dramma, anzi ci rende ancora più avvertiti che il progetto di salvezza è ciecamente avversato dal maligno (Ap 12, 1-18). Tutto questo non elimina la fiducia, anzi proprio l’oscurità che avvolge la vicenda umana fa sorgere una speranza che non coincide con l’ottimismo ingenuo ma con la certezza che Dio porterà a compimento la sua storia. Oggi chiediamo la grazia di gioire per tutti i frammenti di bene che Dio semina e chiediamo anche di fare della nostra vita un germoglio di speranza per quanti cercano la luce.