Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato.
PRIMA LETTURA: 1Sam 16,1-13a
Samuele unse Davide in mezzo ai suoi fratelli, e lo Spirito del Signore irruppe su di lui.
SALMO: (Sal 88)
Ho trovato Davide, mio servo.
“In quel tempo, di
sabato Gesù passava tra i campi di grano e i suoi discepoli, mentre
camminavano, si misero a cogliere le spighe. I farisei gli dicevano: ”
Guarda! Perché fanno in giorno di sabato quello che non è lecito?”. Ed
egli rispose loro: ” Non avete mai letto quello che fece Davide quando si
trovò nel bisogno e lui e i suoi compagni ebbero fame? Sotto il sommo sacerdote
Abiatàr, entrò nella casa di Dio e mangiò i pani dell’offerta, che non è lecito
mangiare se non ai sacerdoti, e ne diede anche ai suoi compagni!”. E
diceva loro: “Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il
sabato! Perciò il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato”.”
Mc 2,23-28
Oggi, come ieri, Gesù se la deve vedere con i farisei, che hanno deformato la Legge di Mosè, conservando le minuzie e dimenticando lo spirito che la conforma. I farisei, infatti, accusano i discepoli di Gesù di contravvenire il sabato (cf. Mc 2,24). D’accordo alla loro casistica opprimente, cogliere spighe corrisponde a “mietere”, e trebbiare significa “battere”: questi lavori di campagna –e una quarantina in più che si potrebbero aggiungere- erano proibiti il sabato, giorno di riposo. Come sappiamo già, i pani dell’offerta dei quali ci parla il Vangelo, erano dodici pani che ogni settimana si disponevano nel tavolo del santuario, come un omaggio delle dodici tribù d’Israele al suo Dio e Signore.
Il comportamento di Abiatar è lo stesso che oggi ci insegna Gesù: i precetti della Legge che hanno meno importanza devono cedere davanti ai più importanti; un precetto cerimoniale deve cedere davanti a un precetto di legge naturale; il precetto del riposo del sabato non si trova, pertanto, al di sopra delle elementari necessità di sopravvivenza.
Il Concilio Vaticano II, ispirandosi nel brano che commentiamo, e per sottolineare che la persona deve stare al di sopra delle questioni economiche e sociali, dice: «L’ordine sociale e il suo conseguente sviluppo, devono subordinarsi in ogni momento al bene della persona, perché l’ordine delle cose deve sommettersi all’ordine delle persone e non al rovescio. Lo stesso Signore, lo avvertì quando disse che il sabato è stato fatto per l’uomo, e non l’uomo per il sabato (cf. Mc 2,27)».
Sant’Agostino ci dice: «Ama e fa quello che vuoi».
L’abbiamo capito bene, o ancora l’ossessione per quello che è di secondo ordine affoga l’amore che bisogna mettere in tutto quello che facciamo? Lavorare, perdonare, correggere, andare a messa la domenica, curare gli ammalati, compiere i comandamenti…, lo facciamo perché è un obbligo o per amore a Dio? Speriamo che queste considerazioni ci aiutino a vivificare tutte le nostre opere con l’amore che il Signore ha messo nei nostri cuori, precisamente per potere amare Lui.