Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero.
PRIMA LETTURA: Sap 6,1-11
Ascoltate, o re, perché impariate la sapienza.
SALMO (Sal 81)
Alzati, o Dio, a giudicare la terra.
“ Lungo il
cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samarìa e la Galilea.
Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono
a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena
li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi
andavano, furono purificati.
Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si
prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano.
Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove
sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio,
all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti
ha salvato!».”
Lc 17,11-19
Il tema del
Vangelo di oggi è la gratitudine. Gesù si stava recando a Gerusalemme quando
gli vennero
incontro dieci lebbrosi, i quali supplicavano: «Gesù,
maestro, abbi pietà di noi» (Lc 17,13).
La legge ebraica
prescriveva che i lebbrosi dovevano vivere appartati, ai margini della società,
per evitare il rischio del contagio. La loro era una situazione drammatica; il
loro allontanarsi dalla società era quasi sempre un viaggio senza ritorno. Una
eventuale guarigione doveva essere costatata da un sacerdote che riammetteva
quella persona nella società in seguito all’offerta di un sacrificio.
Tra quei dieci lebbrosi vi era anche un samaritano. I samaritani non erano ben
visti dai giudei. L’evangelista Luca, in altri passi del suo Vangelo, ci fa
comprendere come essi erano guardati con disprezzo a causa della loro ibrida
origine etnica e religiosa. Gesù andò contro quella mentalità additando come
modello di carità fraterna il buon Samaritano (cf Lc 10,33-37).
La stessa sciagura aveva accomunato un lebbroso samaritano a nove lebbrosi
giudei. Certamente essi avevano sentito parlare di Gesù, dei suoi miracoli,
della sua compassione verso i miseri. Animati da quella speranza, si fecero
coraggio e si avvicinarono al Maestro per chiedere la grazia. Non la chiesero
esplicitamente, ma si limitarono a invocare pietà; fu Gesù stesso che andò
incontro al loro più profondo e straziante desiderio, invitandoli a recarsi dai
sacerdoti: «Andate a presentarvi ai sacerdoti» (Lc 17,14). Solo i
sacerdoti potevano, una volta accertata la guarigione, riammetterli nella vita
sociale e religiosa di Israele.
Da notare che la grazia non era stata ancora fatta e Gesù li mandò dai
sacerdoti. In un’altra circostanza, il Signore mandò un lebbroso dal sacerdote
dopo averlo miracolato (cf Lc 5,14). Per quale motivo, nell’episodio del
Vangelo di oggi, Gesù mandò quei dieci lebbrosi dai sacerdoti prima ancora di
averli guariti? È chiaro che Gesù volle mettere alla prova la fede di quegli
infelici. La guarigione, infatti, avvenne mentre i dieci erano in cammino.
Avvenuto il miracolo, soltanto uno tornò indietro per ringraziare. Quell’uomo
era proprio il samaritano. Gli altri nove proseguirono per raggiungere i
sacerdoti e ritrovare quindi la sospirata libertà; soltanto il povero
samaritano sentì la necessità di fermarsi e di tornare indietro. Egli si gettò
ai piedi di Gesù e lo ringraziò di cuore (cf Lc 17,16).
L’episodio culmina con l’affermazione risentita di Gesù: «Non ne sono stati purificati
dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato chi tornasse indietro a
rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?» (Lc 17,17-18). E poi
disse al samaritano: «Alzati e va’; la tua fede ti ha salvato» (Lc 17,19).
Nella Bibbia la lebbra è il simbolo del peccato. Di questa lebbra siamo
stati infetti tante volte, e Gesù ci ha guariti con il suo perdono. Anche se
siamo molto pentiti, però, Gesù ci manda dai sacerdoti per ricevere
l’assoluzione sacramentale. La Chiesa ci ricorda con forza che, anche se grande
è il nostro pentimento, in caso di peccato mortale, prima di ricevere la
Comunione, dobbiamo confessare i nostri peccati dal sacerdote e riceverne
l’assoluzione. Ricordiamocelo sempre.
Siamo stati beneficati tante e tante volte da Gesù. Pensiamo a quante volte
abbiamo ricevuto il perdono di Dio. Domandiamoci: abbiamo sempre ringraziato,
oppure ci siamo comportati come gli altri nove lebbrosi?