«Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista».
PRIMA LETTURA: Ger 1,17-19
Àlzati e di’ loro tutto ciò che ti ordinerò.
SALMO: (Sal 70)
La mia bocca, Signore, racconterà la tua salvezza.
Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto.
E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro».
Mc 6,17-29.
Oggi ricordiamo il martirio di San Giovanni Battista, il Precursore del Messia. L’intera vita del Battista ruota attorno alla Persona di Gesù, di modo che senza di Lui, l’esistenza e l’opera del Precursore del Messia non avrebbero alcun senso.
Erodiade svolge nella narrazione la stessa funzione che il peccato assume nell’uomo. Infatti, si passa dalla seduzione, alla menzogna e da qui all’omicidio. Erodiade agisce sempre dietro le quinte e trova il modo per raggiungere il suo scopo, la morte. Erode appare vittima di Erodiade che lo convince a tradire suo fratello prendendola in sposa e commettendo adulterio. Il peccato non tollera contraddizione e preferisce il silenzio accondiscendente piuttosto che la critica. Il re appare combattuto tra le parole di Erodiade che fanno leva sull’orgoglio e sul potere e quelle di Giovanni che richiamano alla giustizia e alla dignità della persona.
La trappola scatta nel momento della festa quando più ostentata è la potenza e più debole la volontà di resistere al male. Ubriacato di vana gloria Erode si ritrova privo di qualsiasi ragione per dire no al peccato.
La morte del Battista è anticipazione del martirio di Gesù che la chiesa antica così ha definito nella sua professione di fede: “morì per i nostri peccati”. Il martirio del Battista e quello di Gesù, come anche la morte dei giusti innocenti, è causata dal peccato che agisce, come Erodiade, silenziosamente in noi. Tuttavia, il martirio di Cristo ha vinto il peccato, per cui la sua forza viene inibita a patto che la grazia di Dio sia lasciata libera di agire e trasformare il cuore per renderlo simile al Suo.
Nel declino della sua esistenza, Giovanni, al predicare la libertà messianica a coloro che si trovavano prigionieri dei loro vizi, è incarcerato: «Non ti è lecito tenere la moglie di tuo fratello» (Mc 6,18). La morte del Battista è una testimonianza del martirio centrata nella persona di Gesù. Suo Precursore nella vita, e anche lo precede adesso nella morte crudele.
San Beda ci dice che «è rinchiuso, nel buio di una prigione, colui che era venuto a dare testimonianza della luce, e aveva meritato dalla bocca dello stesso Cristo (…) di essere chiamato “torcia ardente e luminosa”. Fu battezzato con il proprio sangue colui al quale prima fu concesso battezzare al Redentore del mondo».
Speriamo che la festa del Martirio di San Giovanni Battista ci entusiasmi, nel senso etimologico del termine e, così, pieni di Dio, anche noi possiamo dare testimonio della nostra fede in Gesù con coraggio. Che la nostra vita cristiana giri sempre attorno alla persona di Gesù, e ciò darà pieno significato alla nostra vita stessa.