Tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli!»
PRIMA LETTURA: Zc 2,14-17
Gioisci, figlia di Sion, perché, ecco, io vengo.
SALMO (Lc 1,46-55)
R. Il Signore si è ricordato della sua misericordia.
Oppure:
R. Grandi cose ha fatto
per me l’Onnipotente.
“ In quel
tempo, mentre Gesù parlava ancora alla folla, ecco, sua madre e i suoi fratelli
stavano fuori e cercavano di parlargli.
Qualcuno gli disse: «Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano
di parlarti».
Ed egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i
miei fratelli?». Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia
madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei
cieli, egli è per me fratello, sorella e madre».”.
Mt 12,46-50
Nel Vangelo di oggi troviamo due termini familiari: ascoltare e fare la volontà.
Se nell’atteggiamento di ascolto, tutto il nostro essere si apre fiducioso verso l’altro, il fare la volontà sia di Dio che di un’altra persona, a prima vista, non ci sembra così positivo.
Anzi, sappiamo, grazie alle scienze psicologiche quanti meccanismi perversi possono nascondersi dietro. Ma l’ascolto è propedeutico al «fare la volontà», anzi questa si manifesta in pienezza quanto più si è capaci di tendere l’orecchio del proprio cuore per scrutare i segni della presenza di Dio.
In tal modo, il compiere la volontà divina non è un mero sottomettersi a qualcosa e/o a qualcuno che è più grande e potente di noi, sarebbe una sorta di fatalismo che ci ridurrebbe ad essere degli infelici, ma è un gesto profetico e come tale ci fa cogliere l’essenza stessa della realtà.
Così, riconosciamo che ci sono legami che vanno ben al di là della carne e del sangue, che ci sono valori che superano le mode, e che la nostra contingenza può essere superata volgendo lo sguardo verso l’Assoluto. E poi…, ecco il premio…
«Se uno mi ama, osserverà la mia parola, dice il Signore, e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui».