È lecito in giorno di sabato salvare una vita o ucciderla?
Tu sei sacerdote per sempre secondo l’ordine di Melchìsedek.
SALMO: (Sal 109)
Tu sei sacerdote per sempre, Cristo Signore.
Egli disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati, vieni qui in mezzo!». Poi domandò loro: «È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?». Ma essi tacevano. E guardandoli tutt’intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse all’uomo: «Tendi la mano!». Egli la tese e la sua mano fu guarita.
E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire».
Mc 3,1-6
Oggi, Gesù ci insegna che bisogna fare il bene in ogni momento: non vi è un tempo per fare il bene e un altro per trascurare l’amore al prossimo. L’amore che ci viene da Dio ci guida alla Legge suprema, che Gesù ci ha lasciato nel comandamento nuovo: «che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato» (Gv 13,34). Gesù non abroga o critica la Legge di Mosè, poiché Lui stesso compie i precetti e frequenta la sinagoga il sabato; ma ciò che Gesù critica è la ristretta interpretazione della legge da parte dei Maestri e dei Farisei, una interpretazione che lascia poco spazio alla misericordia.
Gesù entra nella sinagoga come se fosse un tribunale circondato da chi, avendolo già posto sul banco degli imputati, lo osserva con fare interrogativo in attesa di un suo passo falso. Pur sapendo di essere un sorvegliato speciale non rinuncia ad esporsi confermando la sua predilezione per i più poveri per i quali è riservata la parola del Vangelo che guarisce. Si rivolge prima all’infermo chiamandolo vicino a sé e invitandolo a stare nel mezzo, poi pone una domanda retorica ai sedicenti giudici: «È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?».
Il silenzio opposto dagli avversari rende manifesta la loro reticenza davanti alla Parola di Dio. Piuttosto che indagare sugli altri e sul loro comportamento ognuno dovrebbe lasciarsi mettere in discussione dalla Parola di Dio e interrogarsi su ciò che Essa suggerisce di fare per tradurla in opere di giustizia. Il credente è colui che costantemente esamina sé stesso, interpella la sua coscienza, dialoga con gli altri, si lascia provocare dalla realtà in modo da discernere come mettere in pratica i comandamenti di Dio.
Lo sguardo di compassione di Gesù verso l’uomo infermo che gli sta davanti stride con quello pieno d’indignazione e tristezza che riserva a coloro che colpevolmente sono duri di cuore. Dopo averlo chiamato in mezzo all’assemblea, Gesù chiede all’uomo dalla mano paralizzarla di tenderla. Questa richiesta vuole insegnare a non aver paura di Dio ma, al contrario, a confidare in Lui. Ciò che è motivo di vergogna, perché oggetto del giudizio degli uomini, diventa dono offerto a Dio nella preghiera.
La guarigione operata da Gesù è un esempio per tutti perché ciascuno possa confessare il suo peccato davanti a Dio mettendo nelle sue mani il proprio cuore affinché, rendendolo più tenero e misericordioso, lo guarisca dalla durezza.
Gesù è venuto a proclamare il Vangelo della salvezza, ma i suoi avversari, lontani dal lasciarsi convincere, cercano pretesti contro di Lui: «C’era un uomo che aveva una mano inaridita, e lo osservavano per vedere se lo guariva in sabato per poi accusarlo» (Mc 3,1-2). Allo stesso tempo possiamo vedere l’azione della grazia e constatiamo la durezza di cuore di uomini orgogliosi che pensano di essere in possesso della verità. Si rallegrarono i farisei al vedere quel povero uomo con la salute ristabilita? No, al contrario, si offuscarono ancora di più, a tal punto di andare a trattare con gli erodiani –loro nemici naturali- per cercare di perdere Gesù. Curiosa alleanza!
Con questa sua azione, Gesù libera anche il sabato dalle catene con le quali scribi e farisei lo avevano legato, e ripristina così il suo vero significato: giorno di comunione tra Dio e l’uomo, giorno di liberazione dalla schiavitù, giorno di salvezza dalle forze del maligno. Sant’Agostino ci dice: «Chi ha la coscienza in pace, è tranquillo, e questa stessa tranquillità è il sabato del cuore». In Gesù, il sabato si apre già al dono della domenica.