Dio ha mandato il Figlio nel mondo, perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.

PRIMA LETTURA: At 5,17-26

Ecco, gli uomini che avete messo in carcere si trovano nel tempio a insegnare al popolo.

SALMO: (Sal 33)

Il povero grida e il Signore lo ascolta.

Oppure:

Alleluia, alleluia, alleluia.

 «In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.

E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».

Gv 3,16-21

Oggi, davanti alle miriadi di opinioni della vita moderna, può sembrare che la verità non esista più, -la verità rispetto a Dio, la verità su questioni relative al genere umano, la verità sul matrimonio, le verità morali, e in ultima istanza, la verità su me stesso.

Il brano del vangelo di oggi identifica Gesù Cristo come «Il cammino, la verità e la vita» (Gv 14,6). Senza Gesù troviamo solo desolazione, inganno e morte. Solo c’è un cammino, e solo uno, che porta in Cielo, e si chiama Gesù Cristo.

Cristo non è una opinione qualsiasi. Gesù Cristo è l’autentica verità. Negare la verità è come insistere nel chiudere gli occhi alla luce del sole. Tanto se piace come se non piace, il Sole sarà sempre lì; ma l’infelice ha liberamente scelto di chiudere gli occhi davanti al Sole della verità. Nello stesso modo, molti si consumano nelle loro corse con una tremenda forza di volontà e che richiedono l’uso di tutto il loro potenziale, dimenticando che solo possono raggiungere la verità riguardo a loro stessi camminando assieme Gesù Cristo.

Il dialogo tra Gesù e il fariseo Nicodemo è incentrato sulla questione del Regno di Dio e della vita eterna. La sezione del Vangelo di oggi fornisce la risposta: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna».

L’inizio della nostra salvezza, perciò, non risiede in noi; infatti «non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi» (1Gv 4, 10). Dio ci ama di un amore incondizionato, nonostante le nostre fragilità, al punto da sacrificare il proprio Figlio Unigenito pe la nostra salvezza. E questa consiste proprio nel credere nel «nome» di Gesù, cioè nel convincerci che Gesù può davvero liberarci da ogni male, se solo scegliamo di avere fiducia in lui.

Per questo chi crede non è condannato, mentre chi non crede ha già ricevuto la sua condanna, perché si è volontariamente separato da Dio, e la separazione da Dio è la perdita di tutti i beni che si trovano presso di lui. Il giudizio si compie nella nostra quotidianità: Gesù in passato è disceso sulla terra, in futuro tornerà per il giudizio finale, ma nel presente ci invita a chiedere perdono per i peccati, non è mai troppo tardi per pentirsi, e a comportarci in modo da essergli graditi.

In questo non ci lascia soli, perché il Signore, nostra luce, ci ha rivelato il suo Vangelo e ci aiuta, per mezzo dello Spirito Santo, a comprendere cosa ci è richiesto. La luce, tuttavia, rende anche evidente se una persona sta agendo bene o male.

Il cristiano è dunque invitato a cercare nel Vangelo la luce che illumini la sua via, e allo stesso tempo ad agire nel modo migliore possibile, affinché quella stessa luce non lo colga in errore. In questo consiste il «fare la verità», contrapposto a «fare il male»: agire come Gesù ci insegna nel Vangelo e testimoniare agli altri il nostro ben operare.

La verità di ciascuno è una chiamata a diventare il figlio o la figlia di Dio nella Casa del Padre, «Perché questa è la volontà di Dio, la vostra santificazione» (1 Ts 4,3). Dio vuole figli e figlie liberi, non schiavi.

In realtà, l’”io” perfetto è un progetto congiunto tra Dio e me. Quando cerchiamo la   santità    cominciamo a riflettere la verità di Dio nelle nostre vite. Il Papa lo ha detto in un bellissimo modo, «Ogni santo è come un raggio di luce che esce dalla Parola di Dio»