Ciò che esce dall’uomo è quello che rende impuro l’uomo.
PRIMA LETTURA: Gen 2,4-9.15-17
Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden.
SALMO (SAL 103)
Benedici il Signore, anima mia!
“In quel tempo,
Gesù, chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete
bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo
impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro».
Quando entrò in una casa, lontano dalla folla, i suoi discepoli lo
interrogavano sulla parabola. E disse loro: «Così neanche voi siete capaci di
comprendere? Non capite che tutto ciò che entra nell’uomo dal di fuori non può
renderlo impuro, perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va nella fogna?».
Così rendeva puri tutti gli alimenti.
E diceva: «Ciò che esce dall’uomo è quello che rende impuro l’uomo. Dal di
dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male:
impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza,
invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori
dall’interno e rendono impuro l’uomo».”
Oggi, Gesù ci insegna che tutto quello che viene da Dio è buono. E’ piuttosto la nostra intenzione non retta ciò che può contaminare quello che facciamo. Perciò Gesù dice: «Non c’è nulla fuori dall’ uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro» (Mc 7,15).
L’esperienza dell’offesa a Dio è una triste realtà. E
facilmente, il cristiano scopre questa impronta profonda del male e vede un
mondo schiavo del peccato. La missione che Gesù ci affida è quella di pulire
–con l’aiuto della Sua grazia- tutte le contaminazioni che le cattive
intenzioni degli uomini hanno introdotto in questo mondo.
Il Signore ci chiede che tutta la nostra attività umana venga svolta bene: Lui
spera che in tale attività mettiamo forza, ordine, scienza, competenza, ansietà
di perfezione, non aspirando ad altro che a restaurare il progetto creatore di
Dio, che ha fatto tutto bene per il bene dell’uomo: «Purezza d’intenzione. –L’avrai se, sempre ed in tutto, cerchi
solamente di far piacere a Dio» (San Josemaría).
Solo la nostra volontà può rovinare il progetto divino, per cui bisogna
essere vigilanti affinché questo non succeda. Molte volte intervengono la
vanità, l’amor proprio, lo scoraggiamento per mancanza di fede, l’impazienza al
non ottenere i risultati attesi, ecc. Perciò ci avvertiva San Gregorio Magno: «Non lasciamoci ingannare da una lusinghiera
prosperità, perché è un viaggiatore sciocco colui che si ferma per strada a
contemplare un bel paesaggio dimenticando il punto di arrivo».
Converrà, perciò, stare attenti all’offrire le nostre azioni, conservare la
presenza di Dio e riflettere con frequenza la nostra filiazione divina, in modo
tale, che tutto il nostro giorno –con preghiera e lavoro- prenda forza e
cominci nel Signore e che tutto quello che abbiamo cominciato per Lui giunga a
termine.
Possiamo fare grandi cose se riflettiamo che ognuno dei nostri atti umani è
corredentore quando è unito agli atti di Cristo.