Ti seguirò dovunque tu vada.
PRIMA LETTURA: Gb 9,1-12.14-16
Come può un uomo aver ragione dinanzi a Dio?
SALMO: (Sal 87)
Giunga fino a te la mia preghiera, Signore.
«In quel tempo, mentre camminavano per la strada, un tale disse a Gesù: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo».
A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio».
Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio».
Lc 9,57-62
«Questo tuo proposito di vita cristiana non sia per te superbia, ma amore e timore. Tu cammini con vesti d’oro: devi evitare il ladro! Per noi mortali la vita è un campo atletico: lottiamo qui per essere vincitori altrove. Leggi molto spesso e impara il più possibile. Il sonno ti sorprenda mentre hai in mano il Libro e la Pagina Santa accolga il tuo volto quando crolla. Se amiamo Cristo ci sembrerà facile ogni cosa difficile»
San Luca ci lascia la libertà di trovare un finale per ciascuno dei tre incontri, riflettendo su quanto faremmo noi al posto loro.
Il primo personaggio sembra pieno di buone intenzioni. Forse nelle nostre preghiere ci può essere capitato di dire a Gesù: “Signore ti voglio seguire, dovunque tu vada, qualunque cosa tu voglia da me”. Lo diciamo facilmente quando ci sentiamo toccati nel cuore dalla preghiera, da una bella liturgia, quando stiamo bene, quando “il cuore è colmo”. In fondo stiamo dicendo a Gesù: “Con te stiamo bene, Signore, così vogliamo rimanere sempre”. Ma Gesù ci risponde che la sua sequela non è uno stare “al caldo”, in un “rifugio”. Il vero discepolo di Gesù sa che seguirlo significa accettare la croce, piccola o grande che sia.
Il secondo personaggio è invitato personalmente da Gesù a seguirlo. È chiamato in un momento particolare, proprio quando gli è morto il padre. In questa situazione anche il cristiano più distratto si interroga sul senso della vita, della sofferenza e della morte, ed è allora che è più semplice sentire Gesù che dice “Seguimi!”. Tanti impegni trattengono però il protagonista della seconda scena, tutte le incombenze del funerale gli fanno dire: “Signore, sì, ti seguirò, ma prima devo assolutamente fare questo e quello…”. Nessuno mette in dubbio la necessità di seppellire i morti, neanche Gesù. Ci saranno sempre cose che ci sembreranno più importanti, Gesù però ci chiede di dare a Lui la priorità: chi Lo vuol seguire deve mettere tutto in secondo piano. “Gesù, ti voglio seguire”.
Quanto è chiara l’intenzione del terzo personaggio, ma quanto comprendiamo anche la sua richiesta di poter salutare i genitori, di tornare ancora una volta alle proprie origini. Tuttavia, come non si può guardare indietro mentre si arano i campi, così capita per chi si impegna nel lavoro per il Regno di Dio: se si guarda indietro i solchi verranno storti, e il lavoro sarà fatto male e dunque è inutile. Chi continua a mantenere lo sguardo verso il passato non camminerà diritto verso il Signore, con il Signore.
La domanda è: siamo disposti a lasciarci tutto “alle spalle” per volgerci esclusivamente al Signore?