Preghiera Iniziale:
Nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo.
Ti benedica il Signore e ti custodisca (Nm 6,24-26);
mostri a te il suo volto e abbia misericordia di te.
Rivolga il suo volto verso di te e ti dia pace.
Il Signore benedica te, frate LeTone
NONO GIORNO
BEATO TRANSITO:
Vent’anni erano trascorsi da quando Francesco, uomo apostolico, aveva aderito perfettamente a Cristo, seguendo la vita e le orme (Cfr. 1Pt 2,21) degli apostoli. L’anno della Incarnazione del Signore 1226, il 4 di ottobre, nel giorno del Signore, egli migrò felicemente a Cristo, conquistando il riposo eterno dopo tante fatiche e presentandosi degnamente al cospetto del suo Signore.
Uno dei suoi discepoli, famoso per santità, vide l’anima di Francesco in forma di stella, avente le dimensioni della luna e splendente come il sole, trasportata da una nuvoletta candida (Cfr. Ap 14,14) sopra una distesa di acque (Cfr. Sal 28,3), salire diritta al cielo (Cfr. Gs 8,20).
Molto egli aveva faticato nella vigna del Signore (Cfr. Is 5,7), sollecito e fervente nelle orazioni, nei digiuni, nelle veglie, nelle predicazioni e peregrinazioni (Cfr. 2Cor 11,26-27) apostoliche, nella cura e compassione verso il prossimo e nel disprezzo di sé: e ciò dai primordi della conversione fino al giorno in cui migrò a Cristo, che egli aveva amato con tutto il cuore (Cfr. Mt 22,37), portando sempre nella mente la memoria di lui, lodandolo con la parola e glorificandolo con le sue opere fruttuose. Amò infatti Dio con tanto ardore e profondità che, al solo udirlo nominare, si sentiva liquefare tutto interiormente, e fuori prorompeva in queste parole: «Cielo e terra dovrebbero chinarsi al nome del Signore!». FF1482
Quest’amore infiammato e l’incessante memoria della passione di Cristo, che portava in cuore, volle il Signore mostrarli a tutto il mondo per mezzo della stupenda prerogativa d’un privilegio eccezionale, con cui lo decorò mentre era ancor vivente nella carne.
E poiché veniva rapito in alto, verso Dio, da ardenti desideri serafici e una tenera compassione lo trasformava in Colui che, per eccesso di amore, volle essere crocifisso, un mattino verso la festa dell’Esaltazione della Croce, due anni prima della sua morte, mentre pregava su un versante del monte chiamato Alverna, gli apparve un serafino: aveva sei ali (Cfr. Is 6,2) e tra le ali emergeva la figura di un uomo bellissimo, crocifisso, che aveva mani e piedi stesi in forma di croce e mostrava chiaramente l’effige del Signore Gesù. Con due ali velava il capo, con due altre il resto del corpo fino ai piedi, e due si stendevano nel volo (Cfr. Is 6,2).
Quando la visione scomparve, nell’anima di Francesco rimase un mirabile incendio d’amore, e nella sua carne – cosa più mirabile – apparvero impresse le stimmate del Signore Gesù (Cfr. Gal 6,17) Cristo. L’uomo di Dio cercava di nasconderle quanto più poteva, fino alla sua morte, non volendo propalare il segreto del Signore. Ma non arrivò a celare il prodigio totalmente, senza che fosse scoperto almeno dai compagni a lui più familiari. FF 1483
Ma dopo il suo felicissimo transito, tutti i frati presenti alle esequie e grandissimo numero di secolari videro il suo corpo decorato delle stimmate di Cristo.
Potevano osservare nelle mani e nei piedi di lui non le ferite dei chiodi, ma i chiodi stessi formati con la sua carne, e come sbocciati dalle sue carni, che inoltre mostravano il colore scuro del ferro. Il fianco destro, come fosse stato trapassato da una lancia, era solcato dalla cicatrice rossa di una vera ed evidentissima ferita, che mentre il Santo era in vita spesso versava sacro sangue (Cfr. Gv 19,34).
La verità irrefragabile di queste stimmate non solo apparve luminosamente in vita e in morte di Francesco, per visione diretta e contatto assai evidente, ma anche dopo la sua morte il Signore manifestò più chiaramente la stessa verità per mezzo di molti miracoli, accaduti in diverse contrade del mondo. Per questi miracoli i cuori di molte persone, che non avevano compreso l’uomo di Dio e dubitavano delle sue stimmate, passarono ad avere una fede così certa che, mentre prima erano stati suoi detrattori, per opera della bontà di Dio e costretti dalla verità dei fatti, divennero fedelissimi promotori della lode di Francesco. FF 1484
Preghiera finale:
Litanie di San Francesco:
Santissimo Padre nostro Gloria a Te
Signore Nostro Gesù Cristo
Santo Spirito Paraclito
Maria Vergine fatta Chiesa Guidaci nel cammino
Santo di Dio
Cavaliere di Cristo
Investito e rivestito dello Spirito
Purificato nel corpo e illuminato nell’anima
Infiammato col fuoco dell’amore
Riempito con l’amarezza della compassione
Ricolmato di dolcezza e consolazione
Pervaso di singolare letizia spirituale
Amico dello Sposo
Servo di Cristo
Araldo del gran Re
Messaggero di pace
Ricolmo di spirito profetico
Uomo apostolico
Fedele alla Santa Chiesa
Pastore del piccolo gregge
Luce mattutina diffusa sulle tenebre
Carro di fuoco luminosissimo
Ricco di povertà
Ricco di santa semplicità
Minore di tutti i minori
Generoso e compassionevole verso i poveri
Devoto adoratore della Trinità
Uomo fatto preghiera
Vero penitente
Immagine visibile di Cristo
Preghiamo:
Altissimu, onnipotente, bon Signore,
Tue so’ le laude, la gloria e l’honore et onne benedizione.
Ad Te solo, Altissimo, se konfane,
e nullu homo ène dignu Te mentovare.
Laudato sie, mi’ Signore, cum tutte le Tue creature,
spezialmente messor lo frate Sole,
lo quale è iorno et allumini noi per lui.
Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore:
de Te, Altissimo, porta significazione.
Laudato si’, mi’ Signore, per sora Luna e le stelle:
in celu l’ài formate clarite e preziose e belle.
Laudato si’, mi’ Signore, per frate Vento
e per aere e nubilo e sereno et onne tempo,
per lo quale a le Tue creature dài sustentamento.
Laudato si’, mi’ Signore, per sor’Acqua,
la quale è multo utile et humile e preziosa e casta.
Laudato si’, mi’ Signore, per frate Focu,
per lo quale ennallumini la notte:
et ello è bello e iocundo e robustoso e forte.
Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre Terra,
la quale ne sustenta e governa,
e produce diversi frutti con coloriti flori et herba.
Laudato si’, mi’ Signore, per quelli ke perdonano per lo Tuo amore
e sostengo infirmitate e tribulazione.
Beati quelli ke ‘l sosterrano in pace,
ka da Te, Altissimo, sirano incoronati.
Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra Morte corporale,
da la quale nullu homo vivente po’ skappare:
guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali;
beati quelli ke trovarà ne le Tue santissime voluntati,
ka la morte secunda no ‘l farrà male.
Laudate e benedicete mi’ Signore e rengraziate e serviateli cum grande humilitate. FF 263