Vegliate, per essere pronti al suo arrivo.

PRIMA LETTURA: Is 2,1-5

Il Signore unisce tutti i popoli nella pace eterna del suo Regno.

SALMO: (Sal 121)

Andiamo con gioia incontro al Signore.

SECONDA LETTURA: Rm 13,11-14a

La nostra salvezza è più vicina.

«In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

«Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo. Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata.

Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».

Mt 24,37-44

Inizia oggi il nuovo anno liturgico che è classificato come anno A ed oggi celebriamo la prima domenica di Avvento che come sappiamo significa “venuta”, con chiaro riferimento alla prima venuta del Signore nel mistero della sua nascita in mezzo a noi esseri umani, nel grembo verginale di Maria, per opera dello Spirito Santo. Parimenti ci prepariamo alla sua seconda venuta, di cui non sappiamo né il giorno e nel modo in cui avverrà, ma di certo ci sarà.

Il personale avvento del Signore nella nostra vita avverrà quando egli ci chiamerà a far parte del suo regno eterno ed infinito come ci h ricordato la liturgia di domenica scorsa con la solennità di Cristo Re dell’universo.

Nell’attesa di questa certa venuta per ognuno di noi, questo tempo liturgico che ci prepara al Natale 2022 ci serva a mettere a frutto tutti i suggerimenti che la parola di Dio ci detterà nel corso di questo mese, intervallato con la solennità dell’Immacolata Concezione, la festa tipica dell’Avvento dedicata alla Madre del Salvatore.

Il Vangelo di questa prima domenica, tratto dall’evangelista Matteo, ci riporta al tempo del diluvio, al tempo di Noè. A questo evento naturale ed eccezionale è paragonata da Gesù stesso la sua definitiva venuta sulla terra. Parlando ai suoi discepoli egli ricorda che in quel tempo pre-diluviano la gente mangiava e beveva, si sposava e facevano tante altre cose di vita quotidiana, ignara di quello che stava accadendo. Quaranta giorni di acqua che distrusse ogni cosa, mentre il solo Noè si salvò entrando nell’arca, che nel frattempo riuscì a costruire per mettere in salvo tutto ciò che era possibile salvare.

La venuta del Figlio dell’uomo sarà come un disastro naturale, ambientale, una vera umanitaria, in quanto uno spiraglio di salvezza si aprirà per alcuni e non per tutti.

Infatti, in quel contesto, due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata. Ci sarà, quindi, una selezione, tra i salvati e gli annegati. Chiaro riferimento al giudizio universale, in cui verranno separati i buoni da cattivi. Nell’attesa del secondo avvento del Messia bisogna vegliare, perché non sappiamo in quale giorno il Signore nostro verrà. E per aiutare la comprensione di ciò che dobbiamo fare in attesa di questa venuta, Gesù ci ricorda che se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Si attrezzerebbe per respingere in qualche modo il ladro e sventare il furto.

Siccome da sempre il rubare è un fatto inaspettato, anche se temuto, rapportando la venuta del Signore a quello che capita ogni giorno in ogni parte del mondo, dove i ladri entrano in azione, all’insaputa dei padroni di casa, bisogna tenersi pronti perché, nell’ora che non immaginiamo, viene il Figlio dell’uomo. Come è facile intuire non è un discorso di terrorismo psicologico quello che il Signore ci propone in questo brano evangelico, né tantomeno un tentativo di impaurirci in qualche modo, ma è un semplice modo per ricordarci che prevenire i disastri morali e spirituali per la nostra vita futura, quella eterna, è necessario vigilare sui propri comportamenti e non lasciarsi andare in atteggiamenti lesivi della propria dignità di figli di Dio, di quella immagine che portiamo impressa in noi e che mai dobbiamo offuscare con il peccato, l’immoralità e quanto può allontanarci da Lui. L’allontanamento porta all’assenza di fiducia, gioia e speranza per il glorioso e trionfante ritorno del Signore, il quale verrà per assegnare a ciascuno di noi il posto che ci spetta nella gloria del suo Regno.

Al Signore che viene rivolgiamo questa nostra umile preghiera dell’Avvento:

“Ti sentiamo più vicino che mai o Gesù, mite ed umile di cuore, mentre noi ci accingiamo a ricordare la tua prima venuta tra noi, nell’annuale ricorrenza del tuo Natale.

Gesù, siamo nell’attesa di tante cose che anche importanti ma non essenziali come Te e che non conducono a Te. Fa’ che cerchiamo solo Te, per vivere felici in Te.

Siamo in attesa di un mondo migliore, che noi tutti dobbiamo costruire nel tuo amore, di un tempo nostro ed altrui senza più preoccupazioni, affanni e dolori della vita, che pure ci offre tante aspettative.

Siamo in attesa di un sorriso di chi ci sta vicino, di una mano che ci prenda per mano e ci risollevi dalle nostre continue cadute, di un cuore che sappia palpitare d’amore, all’unisono, con il Tuo cuore e con il cuore di tutto il mondo.

Siamo in attesa di quella felicità, alla quale ogni essere umano aspira, senza neppure volerlo, perché noi siamo stati creati per essere felici in Te, con Te e per Te, Gesù, gioia immensa ed eterna.