Gesù digiuna per quaranta giorni nel deserto ed è tentato.
PRIMA LETTURA : Gen 2,7-9; 3,1-7
La creazione dei progenitori e il loro peccato.
SALMO: (SAL 50)
Perdonaci, Signore: abbiamo peccato.
SECONDA LETTURA: Rm 5,12-19
Dove ha abbondato il peccato, ha sovrabbondato la
grazia.
“In quel tempo, Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio». Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti: Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: Non metterai alla prova il Signore Dio tuo». Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». Allora Gesù gli rispose: «Vàttene, satana! Sta scritto infatti: Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto». Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.”
Mt 4,1-11
Con il mercoledì delle ceneri è iniziato questo lungo
periodo che ci porta alla Pasqua e che si chiama Quaresima. E noi oggi
celebriamo la prima delle cinque domeniche di questo tempo forte dell’anno
liturgico, durante il quale siamo chiamati a celebrare la nostra personale
conversione in vista della risurrezione del Signore e della nostra rinascita
interiore. Si tratta di fare questo cammino di 40 giorni, già iniziato da
qualche giorno, il 26 febbraio e che si concluderà con la domenica delle Palme
o della Passione, il 5 aprile, che dà avvio alla settimana maggiore, con il
solenne triduo pasquale, per giungere a Pasqua, che quest’anno ricorre il 12
aprile. Al centro di questo tempo liturgico c’è l’ascolto della parola di Dio,
la penitenza, il digiuno e la carità fattiva verso tutti.
La prima domenica di Quaresima, a tal proposito, ci offre l’opportunità di fare
il nostro primo passo nel cammino spirituale e quaresimale verso la Pasqua. Il
Vangelo di oggi ci porta con Gesù, nel deserto per vivere la sua e la nostra
Quarantena, di isolamento, penitenza e ripensamento sul nostro futuro. Mai come
in questo periodo, in Italia e nel resto del mondo, si parla di quarantena,
soprattutto a causa della pandemia del coronavirus che iniziata in Cina si è
diffusa in tante parti del mondo, interessando in modo considerevole anche il
nostro Paese. Quaresima è la stessa cosa della Quarantena dei nostri giorni:
soli ed isolati dal resto del mondo non solo per evitare il contagio, ma anche
per evitare di diffonderlo in caso di contrazione del virus distruttivo che
tante vittime ha già fatto in varie parti del pianeta.
Ma ritornando alla Quaresima e Quarantena di Gesù, essa è stata caratterizzata
dal digiuno, dalla solitudine e dalla preghiera. A conclusione di questi 40
giorni e notti di penitenza ebbe fame. A questo punto poteva tutto filare
liscio, tornare alla vita di tutti i giorni e riprendere le abitudini
alimentari, sociali ed umane, ed invece viene tentato dal Diavolo. D’altra
parte è lo stesso evangelista Matteo che lo mette in evidenza, scrivendo
all’inizio del brano evangelico, che “Gesù fu condotto dallo Spirito nel
deserto, per essere tentato dal diavolo”. E quali furono le tentazioni
che provocarono la risposta del Signore al tentatore?
La prima tentazione fu quella di istigare
il Signore a trasformare le pietre in pane, avendo egli necessità di mangiare,
essendo debilitato. Gesù non cede a questa tentazione e replica al Diavolo con
parole di fuoco «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni
parola che esce dalla bocca di Dio”».
Primo chiaro invito, a quanti vogliono fare una bellissima Quaresima è
quello di vivere quotidianamente con la parola di Dio e non di preoccuparsi di
riempire lo stomaco e soddisfare solo ed esclusivamente i bisogni del corpo.
Il secondo tentativo di far cedere umanamente Gesù, riguarda la
tentazione di superare i limiti umani, che pure Gesù aveva fisicamente, anche
se poteva sospendere la legge di gravità. Cosa provò a fare il diavolo? Lo
portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se
tu sei Figlio di Dio, gettati giù; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli
darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo
piede non inciampi in una pietra”».
Per il Signore era una cosa facile da farsi ed avrebbe dimostrato la
sua potenza divina. Ma Gesù non si lascia corrompere e così fare l’esibizionista
delle sue capacità divine. Per cui risponde al diavolo in questo modo:
«Non metterai alla prova il Signore Dio tuo». A volte noi esseri umani,
dietro spinte diaboliche, mettiamo seriamente alla prova il Signore e
pretendiamo di ottenere ciò che umanamente non ci è possibile, né rientra nei
piani di Dio. Dovremmo evitare tutto questo, sempre, ma specialmente in
Quaresima.
Il terzo ed ultimo fallimentare tentativo fu quello di portare
Gesù sopra un monte altissimo, sul quale, stando in alto, gli mostrò tutti i
regni del mondo e la loro gloria. Il diavolo si sente padrone di una cosa che
non è sua, dimenticandosi della sua pochezza e nullità. Addirittura tutto ciò
che appartiene a Dio, lo ritiene come suo e quindi da dare e distribuire a suo
piacimento. Questo capita a chi si ritiene padrone di tutto e di tutti e chi
pensa che il denaro possa costituire la felicità. Quel Dio denaro che è solo la
rovina, da sempre, dell’umanità: «Tutte queste cose io ti darò -disse il
Diavolo – se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». Una creatura
angelica che per orgoglio era scesa agli inferi desidera sottomettere Dio alla
sua volontà. Assurdità delle assurdità. La risposta del Signore è precisa e fa
riflettere anche noi, uomini del XXI secolo dell’era cristiana, che pensiamo di
mettere ai nostri piedi il mondo e quanto contiene: Allora Gesù gli rispose:
«Vàttene, satana! Sta scritto infatti: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui
solo renderai culto”». Viene citato qui il primo comandamento che Dio
stesso aveva dato a Mosé sul monte Sinai. “Il sono il Signore Dio
tuo. Non avrai altro Dio al di fuori di me”.
Caduti nel vuoto i tre tentativi di tentare la coscienza umana di
Cristo, il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli gli si avvicinarono e lo
servivano. Per la resistenza alle varie tentazioni c’è sempre un premio del
cielo su questa terra e soprattutto proprio in quel cielo che veglia su di noi
e che ci orienta e ci guida verso il vero bene.
La fragilità umana, la sua debolezza e la tendenza al peccato, anche se egli oggi è in una situazione diversa dopo il peccato originale, è al centro delle due letture bibliche che precedono il vangelo di questa prima domenica di Quaresima 2020. Nel testo della Genesi viene descritto il peccato dei nostri progenitori, come è stato commesso e perché è stato commesso. Ci sono responsabilità dirette di entrambi nostri progenitori, sia Adamo che Eva, ma soprattutto c’è la consapevolezza che il serpente ingannatore può indurre al male anche i più santi di questo mondo, come erano originariamente Adamo ed Eva, posti nel paradiso terrestre nelle condizioni ottimale per vivere in comunione in amicizia con Dio, loro e nostro creatore. Non fu possibile per quel insaziabile desiderio, che si nasconde in tutti gli esseri della terra, di toccare il cielo con un dito, quando neppure abbiamo la facoltà e potere di alzarlo fino al nostro naso. La superbia è all’origine di ogni male, prima in cielo e poi sulla terra. Lucifero è stato precipitato negli infermi proprio per questo e Adamo è stato cacciato, insieme da Eva, dal paradiso terrestre proprio per questo. San Paolo Apostolo nel brano della sua lettera ai Romani ci riporta al cambiamento radicale dello scenario con la venuta di Cristo sulla terra, definito da lui il nuovo Adamo. “Come per la caduta di uno solo si è riversata su tutti gli uomini la condanna, così anche per l’opera giusta di uno solo si riversa su tutti gli uomini la giustificazione, che dà vita. Infatti, come per la disobbedienza di un solo uomo tutti sono stati costituiti peccatori, così anche per l’obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti”. Adamo il distruttore, Cristo, nuovo Adamo, il Redentore e il Salvatore. Dalla morte alla vita, dal peccato alla grazia, dall’inferno al paradiso in terra e in cielo.