Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei.
Ecco, io faccio una cosa nuova e darò acqua per dissetare il mio popolo.
SALMO: (Sal 125)
Grandi cose ha fatto il Signore per noi.
SECONDA LETTURA: Fil 3,8-14
A motivo di Cristo, ritengo che tutto sia una perdita, facendomi conforme alla sua morte.
«In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro.
Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo.
Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani.
Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».
Gv 8,1-11
Siamo alla quinta tappa del cammino verso la Pasqua e si avvicina la settimana santa. Il vangelo di questa domenica conclusiva della Quaresima ci narra di una donna di cui non si dice il nome, che è stata colta in flagrante adulterio e che per la legge mosaica doveva essere giudicata e condannata con la lapidazione.
Viene interpellato su questo caso Gesù stesso al quale consegnano questa donna in stato di peccato. A mettere alla prova Gesù sono nuovamente i farisei e i pubblicani, che vogliono sapere da Gesù cosa ne pensa in merito alla questione della lapidazione delle donne che sbagliano nel campo coniugale. Strano però che non si parla dell’uomo che ha approfittato della donna e quale condanna era riservata all’uomo che non rispettava i vincoli matrimoniali.
Gesù si trova così ad affrontare un caso morale e quasi da giudice in questa causa di dominio pubblico deve pronunciare la sentenza, ovvero di applicare o meno la legge mosaica che nel caso specifico prevedeva la lapidazione e quindi l’uccisione della donna.
Possiamo accogliere allora la parola di Dio e quanto ci insegna il comportamento di Gesù davanti alla donna, colta in peccato. Scribi e farisei conducono questa donna e pongono una domanda chiara, ma puritana e ambigua: “Nella nostra legge, Mosè ci ha comandato di lapidare donne come questa: tu che ne dici?” Ipocriti anche in questo. Non interessava loro tanto il pensiero di Gesù. Cercavano il pretesto chiaro per poterlo condannare, perché essi lo avevano già condannato nella loro mente. Qualunque risposta avesse dato, sarebbe stato accusato. Gesù tace, forse per dare loro il tempo di riflettere; perché trovassero essi stessi una risposta. Quando tornano a insistere, si china e si mette a scrivere per terra poi si alza e dice loro: “Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei”. Rimane in silenzio, continua a scrivere. Almeno in questo, i farisei non possono barare, difatti se ne vanno tutti, uno ad uno, cominciando dal più vecchio fino al più giovane. La scena diventa emozionante. Chissà quali lunghi istanti di attesa, di paura, avrà vissuto quella donna! Cosa dirà Gesù? Come si comporterà?
E Gesù: “Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?” “Nessuno signore!” E Gesù pronunciò quelle parole uniche di vita e di salvezza: “Neanch’io ti condanno. Va e d’ora in poi non peccare più”. “Io non ti condanno”. Dio non condanna. Dio salva, Dio ama, Dio solleva, Dio dà vita vera su questa terra e vita piena nell’eternità. Questo è Gesù il Figlio di Dio fatto uomo, per noi Salvatore, lui che si è lasciato condannare, lui innocente, per salvare noi peccatori, per salvare ogni uomo e ogni donna nella situazione di fragilità, per salvare l’umanità dai suoi gravi peccati.
In questo racconto evangelico comprendiamo esattamente ciò che spetta a ciascuno di noi fare quando siamo in peccato. Alzarsi dalla condizione dell’assenza di grazia, riprendere il cammino con il sacramento della penitenza, della confessione e una volta convinti dei nostri errori, non ricaderci più, con l’aiuto di Dio, la sua grazia e soprattutto con la nostra decisa volontà di cambiare strada.
Quanti errori commettiamo noi esseri umani, potenti o semplici cittadini, ricchi e poveri, uomini e donne, piccoli e grandi, giovani ed anziani, eppure non sempre abbiamo la consapevolezza dei nostri errori, indirizzati a condannare e a lapidare gli altri e non a batterci il petto con il sincero pentimento degli sbagli commessi. Anche oggi quanti errori l’umanità sta commettendo con gli orrori della guerra.
Quasi 8 miliardi di persone che hanno perso il senno della ragione e che invece di lavorare insieme per il bene ed il progresso di tutti, di far crescere la pace in ogni parte della terra, alimentano guerre, violenze, ingiustizie, potenziamenti dei sistemi militari e quanto altro danno e distruttivo per l’umanità.
In quella donna prostrata a terra che sta per essere lapidata ed uccisa, davanti a Gesù, siamo tutti noi uomini del XXI secolo che non abbiamo capito nulla dalla storia delle guerre e delle violenze dei millenni passati ed invece di cambiare rotta ed orientamento continuiamo a farci guerra, pensando che uccidendo gli altri siamo al sicuro noi stessi e chi ci sta a fianco.
Illusi e presuntuosi quali siamo tutti, piccoli e grandi, sappiamo benissimo che potremmo finire tutti insieme in un olocausto nucleare che come ha detto Papa Francesco estinguerà l’uomo dalla faccia della terra. E allora prima che questo avvenga fermiamo le mani per non lapidare e uccidere nessuno, soprattutto se sono bambini e donne non solo della terra ucraina, ma di ogni parte del mondo