Con quale autorità fai queste cose?

PRIMA LETTURA: Gd 1,17.20-25

Dio può preservarvi da ogni caduta e farvi comparire davanti alla sua gloria senza difetti.

SALMO: (Sal 62)

Ha sete di te, Signore, l’anima mia.

 «In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli andarono di nuovo a Gerusalemme. E, mentre egli camminava nel tempio, vennero da lui i capi dei sacerdoti, gli scribi e gli anziani e gli dissero: «Con quale autorità fai queste cose? O chi ti ha dato l’autorità di farle?».

Ma Gesù disse loro: «Vi farò una sola domanda. Se mi rispondete, vi dirò con quale autorità faccio questo. Il battesimo di Giovanni veniva dal cielo o dagli uomini? Rispondetemi».

Essi discutevano fra loro dicendo: «Se diciamo: “Dal cielo”, risponderà: “Perché allora non gli avete creduto?”. Diciamo dunque: “Dagli uomini”?». Ma temevano la folla, perché tutti ritenevano che Giovanni fosse veramente un profeta. Rispondendo a Gesù dissero: «Non lo sappiamo».

E Gesù disse loro: «Neanche io vi dico con quale autorità faccio queste cose».

Mc 11,27-33

La questione dell’autorità è molto importante per scribi e sacerdoti a Gerusalemme dal momento che per loro potere religioso e potere politico coincidevano. Dare un’interpretazione delle scritture, come stava facendo Gesù, equivaleva a presentarsi come un possibile capo del popolo.

Perciò la domanda maliziosa degli scribi riguarda la vera motivazione di Gesù. In altre parole gli scribi stanno chiedendo: “Ma tu ci credi davvero? O sei dei nostri?”. Cioè, le tue parole così diverse da quelle che abbiamo sentito provengono da Dio o lo fai solo per fame di potere e prestigio, per altre motivazioni più terrene?

Paradossalmente, se Gesù si fosse mostrato più flessibile, più “terra terra”, forse il conflitto con i sacerdoti si sarebbe risolto in modo diverso, un accordo si sarebbe trovato e non sarebbe finito sulla croce.

Invece il messaggio di Gesù è intransigente e totalizzante, fuori dalle logiche terrene, e quindi non contrattabile con trenta pezzi d’argento. Il modo con cui lo comunica agli scribi è quello di rifarsi a Giovanni Battista e chiedere agli scribi: “Quando il Battista vi ha annunciato il Vangelo, voi che avete fatto?”. Perché i poveri hanno creduto al Battista e si sono fatti battezzare, i sacerdoti invece sono stati tiepidi e non si sono convertiti.

Anche nella nostra vita a volte cadiamo nella trappola di chiedere a Dio se quello che vuole da noi è il nostro “potere” terreno, quel poco che abbiamo. E la risposta di Dio è sempre la stessa, intransigente: “Io voglio voi. Non vi sto chiedendo di amarmi perché voglio avere autorità su di voi, ma perché voglio liberarvi”. Che possiamo tutti rispondere con gioia a questa chiamata appassionata.

Il Vangelo ci chiede di pensare con quali intenzioni andiamo a vedere Gesù. Ci sono persone che vanno senza fede, senza riconoscere la sua autorità: per questo, «vennero da lui i capi dei sacerdoti, gli scribi e gli anziani e gli dissero: “Con quale autorità fai queste cose? O chi ti ha dato l’autorità di farle?”» (Mc 11,27-28).

Se non trattiamo a Dio nella preghiera, non avremo fede. Ma, come dice San Gregorio Magno: “quando insistiamo nella preghiera con molta veemenza, Dio si detiene nei nostri cuori e ricuperiamo la vista perduta”. Se abbiamo una buona disposizione, anche se siamo nell’errore, vedendo che l’altro ha ragione, accoglieremo le sue parole. Se abbiamo buone intenzioni, anche se trasciniamo il peso del peccato, nell’orazione Dio ci farà capire la nostra miseria, per riconciliarci con Lui, chiedendo perdono con tutto il cuore e attraverso il sacramento della penitenza.

La fede e la preghiera vanno insieme. Dice San Agostino che, “se ti manca la fede, la preghiera è inutile. Poi, quando preghiamo, crediamo e preghiamo perché non ci manchi la fede. La fede provoca la preghiera, e la preghiera produce a sua volta la forza della fede”. Se disponiamo di buone intenzioni, e accorriamo a Gesù, scopriremo chi è e capiremo la sua parola, quando ci chieda: «Il battesimo di Giovanni veniva dal cielo o dagli uomini?» (Mc 11, 30). Per fede, sappiamo che veniva dal cielo, e che la sua autorità viene dal Padre che è Dio, e da Lui stesso perché è la seconda persona della Santissima Trinità.

Poiché sappiamo che Gesù è l’unico salvatore del mondo, ci rivolgiamo a sua Madre che è anche Madre nostra, affinché con il desiderio di accogliere la parola e la vita di Gesù, con buone intenzioni e buona volontà, abbiamo la pace e la gioia dei figli di Dio.