Non preoccupatevi del domani.
PRIMA LETTURA: 2Cor 12, 1-10
Mi vanterò ben volentieri delle mie debolezze.
SALMO: (Sal 33)
Gustate e vedete com’è buono il Signore.
«In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza.
Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito?
Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita?
E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede?
Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno.
Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta.
Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena».
Mt 6, 24-34
Gesù nel brano precedente ci ha insegnato a rivolgerci a Dio e riconoscerlo come il Padre/Madre Nostro e ora si sofferma sul regno di Dio, ovvero quella nuova società in questo mondo di debolezze.
“Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro”,
ed ecco che punta il dito di nuovo sui capi dei sacerdoti e sui potenti: non si può servire Dio e contemporaneamente il dio denaro/potere. Si dovrebbe usare il termine mammona che abbiamo già trovato qualche tempo fa. Cos’è la mammona? l’interesse di fare determinate cose, il promulgare determinate leggi a proprio favore, la convenienza, il denaro, i palazzi del potere istituzionale. Chi è quindi il vero rivale di Dio? Proprio mammona che noi stessi mettiamo tra lui e noi come un muro, quello di fronte al quale Dio non può fare nulla. Per tre volte, Gesù invita i suoi a non preoccuparsi nel caso in cui avessero accolto e messo in pratica le beatitudini, ovvero quell’occuparsi del bene e del benessere degli altri per poter rendere visibile quel Dio che è amore.
“Guardate gli uccelli del cielo”.
Perché tra infiniti esempi possibili è stato scelto proprio questo? Perché gli uccelli erano considerati animali inutili all’epoca di Gesù e venivano considerati animali nocivi. Ed ecco che nuovamente prende come esempio gli esseri più inutili, più insignificanti del creato con quel “non seminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre”.
Questo ovviamente non vuol dire stare con le mani in mano aspettando che ci viene portata la pappa fatta. E poi ci invita a osservare con l’intento di imparare da ciò che si guarda proprio i gigli del campo che hanno la durata di un solo giorno. E ora però deve puntare il dito su qualcuno che conosciamo molto bene: il re Salomone, conosciuto per la sua vanità, per il suo lusso, per la sua sfarzosità e la sua gloria, ma ci dice che si vestiva come uno di loro.
“Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”
queste sono le uniche preoccupazioni dei discepoli. Non avevano ancora fatto esperienza della fiducia in Dio e la risposta puntuale arriva proprio da Gesù:
“Il Padre vostro celeste” infatti sa che ne avete bisogno perché l’azione del Padre precede la richiesta.
L’unico Dio che ci perdona i peccati prima di averli commessi e prima di accorgerci di averli fatti è proprio quel Dio di Gesù, un Dio che non vuole la morte del peccatore, ovvero un’anima e un cuore sporco dal denaro e dal potere, ma sporco del putrido delle nostre città. E l’invito ai discepoli, ma anche a noi, con “Cercate invece anzitutto il regno di Dio”, accorgetevi che il vero paradiso, il vero regno di Dio è qui su questa terra, sulle strade del mondo. E poi l’ultimo “non preoccupatevi del domani” perché non abbiamo certezza del domani, il domani, il futuro è pieno di ansie, di paure, perché il futuro si preoccuperà di sé stesso e come oggi avete sperimentato l’azione di Dio così sarà anche nel domani. L’invito è di orientare la nostra vita al servizio per il bene degli altri. Ognuno di noi ha inevitabilmente da affrontare le difficoltà di ogni giorno ma con la certezza della presenza di Dio ogni millisecondo nel nostro prossimo.