Andate in tutto il mondo e proclamate il vangelo.

PRIMA LETTURA: At 4,13-21

Non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato.

SALMO (Sal 117)

Ti rendo grazie, Signore, perché mi hai risposto.

SEQUENZA
Alla vittima pasquale,
s’innalzi oggi il sacrificio di lode.
L’Agnello ha redento il suo gregge, 
l’Innocente ha riconciliato 
noi peccatori col Padre. 

Morte e Vita si sono affrontate
in un prodigioso duello. 
Il Signore della vita era morto;
ma ora, vivo, trionfa.

«Raccontaci, Maria: 
che hai visto sulla via?».
«La tomba del Cristo vivente, 
la gloria del Cristo risorto,
e gli angeli suoi testimoni, 
il sudario e le sue vesti. 
Cristo, mia speranza, è risorto:
precede i suoi in Galilea». 

Sì, ne siamo certi:
Cristo è davvero risorto.
Tu, Re vittorioso,
abbi pietà di noi.

“Risorto al mattino, il primo giorno dopo il sabato, Gesù apparve prima a Maria di Màgdala, dalla quale aveva scacciato sette demòni. Questa andò ad annunciarlo a quanti erano stati con lui ed erano in lutto e in pianto. Ma essi, udito che era vivo e che era stato visto da lei, non credettero.
Dopo questo, apparve sotto altro aspetto a due di loro, mentre erano in cammino verso la campagna. Anch’essi ritornarono ad annunciarlo agli altri; ma non credettero neppure a loro.
Alla fine apparve anche agli Undici, mentre erano a tavola, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risorto. E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura».”

Mc 16,9-15

“Alla fine apparve anche agli Undici, mentre erano a tavola” (16,14).

Il racconto evangelico ripropone, in rapida sintesi, tre apparizioni: a Maria di Magdala, ai discepoli di Emmaus e, infine, agli Undici. Ci soffermiamo sulla terza.

Emerge la grande misericordia di Dio. Gli apostoli hanno già ricevuto l’annuncio della Pasqua ma lo hanno accolto con la più totale freddezza (16, 11.13). E tuttavia Gesù si manifesta ancora una volta e proprio a loro, agli amici increduli. Questa insistenza manifesta il volto della Misericordia, è segno di un Dio che vuole coinvolgerci a tutti i costi nella sua storia. La misericordia non chiude gli occhi ma apre il cuore.

Il Vangelo riferisce che Gesù “li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore” (16,14).

Non fece finta di niente, anzi li rimprovera duramente. Il verbo scelto non fa pensare ad una veloce ramanzina ma ad un richiamo forte, una netta disapprovazione. Matteo usa lo stesso verbo per segnalare le parole dure che Gesù rivolge alle città della Galilea che non hanno creduto, nonostante la molteplicità dei miracoli (Mt 11,20); e per ricordare che la testimonianza evangelica incontrerà l’insulto e la persecuzione (Mt 5,11).

È interessante anche sottolineare che li accusa di essere stati increduli e duri di cuore. 

Non hanno avuto fede.

Proprio loro che avevano vissuto con Lui e, più degli altri, avrebbero avuto buoni motivi per accogliere con gioia l’annuncio pasquale, sono rimasti chiusi nel loro dolore. La durezza di cuore indica l’incapacità di comprendere, corrispondere al progetto di Dio.

A prima vista le parole di Gesù somigliano ad una sonora bocciatura che chiude ogni spazio di collaborazione. E invece … il rimprovero, anche quello più severo, è accompagnato da un gesto di grande e sconfinata fiducia: “Andate in tutto il mondo” (16,15).

Il rimprovero e il mandato missionario: due cose che in apparenza non possono stare insieme.

Gesù consegna il Vangelo a coloro che hanno dimostrato di non essere all’altezza.

Ed oggi lo consegna a noi. Il buon Dio è sempre pronto a ricominciare.