Impose loro di non divulgarlo, perché si compisse ciò che era stato detto.
PRIMA LETTURA: Es 12,37-42
Notte di veglia fu questa per il Signore per farli uscire dalla terra d’Egitto.
SALMO (Sal 135)
Il suo amore è per sempre.
“In quel tempo, i
farisei uscirono e tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. Gesù però,
avendolo saputo, si allontanò di là. Molti lo seguirono ed egli li guarì tutti
e impose loro di non divulgarlo, perché si compisse ciò che era stato detto per
mezzo del profeta Isaia:
«Ecco il mio servo, che io ho scelto;
il mio amato, nel quale ho posto il mio compiacimento.
Porrò il mio spirito sopra di lui
e annuncerà alle nazioni la giustizia.
Non contesterà né griderà
né si udrà nelle piazze la sua voce.
Non spezzerà una canna già incrinata,
non spegnerà una fiamma smorta,
finché non abbia fatto trionfare la giustizia;
nel suo nome spereranno le nazioni».”
Mt 12,14-21
A tutti gli interpreti della Legge del Padre suo, Gesù oggi insegna che occorre sapienza, intelligenza, saggezza, grande discernimento in chi è preposto alla formazione delle coscienze e delle menti degli adoratori del vero Dio.
L’intelligenza è logica, capacità di analisi, riscontri, confronti, paragoni. La saggezza è la forza del nostro pensiero che sa comprendere la reale situazione in cui versa un uomo. Vi è la Legge che mai potrà essere trasgredita, perché vale sempre per sempre e sono i Comandamenti al negativo. Mai si potrà uccidere e mai commettere adulterio. Mai si potrà dire falsa testimonianza e mai desiderare. Mai si potrà bestemmiare e mai divenire idolatri, empi, superstiziosi. Lo vieta il primo comandamento.
Il terzo ed il quarto comandamento che sono al positivo devono sempre tenere conto dell’attuale condizione storica di ciascun uomo. Vi è una possibilità e una impossibilità. Ci sono esigenze vitali e meno vitali. Questo discernimento vale per ogni altra legge rituale, positiva. Per questo vi è una morale assoluta che nessuno mai potrà modificare ed una morale che dipende dalla storia concreta nella quale uno vive.
È proprio dell’intelligenza e dalla sapienza di chi si pone dinanzi alla Legge del Signore, compresa anche quella rituale e ogni altra disposizione data da chi è preposto al governo dei fedeli, sapere se vi è obbligatorietà assoluta oppure l’obbligo decade per motivi di contingenza e di necessità attuali. Un uomo in perfetta salute e un ammalato hanno una differente relazione con la legge rituale o con le prescrizioni o precetti che sempre accompagnano la Legge morale. Questa regola deve valere sempre.
Ecco cosa insegna oggi Gesù: voi farisei considerate una pecora o un asino più importanti di un uomo. Per l’animale consentite che certe cose possano essere fatte, per l’uomo queste stesse cose le escludete. Questa è stoltezza ed insipienza. Almeno trattate gli uomini al pari degli animali. L’uomo però vale molto di più di una pecora o di un asino. L’amore per l’uomo deve superare infinitamente il rispetto che si deve avere per un animale. Se oggi mettessimo in atto questa parola di Cristo Gesù, la smetteremmo con la nostra stoltezza che parla di adozione di animali e cose del genere. Si adotta un bambino, non un animale. L’animale ha le sue leggi, i suoi istinti, il suo habitat. Può vivere senza alcuna adozione. L’uomo invece no. Ha bisogno dell’aiuto dell’uomo per crescere, svilupparsi, vivere. Questo è il nostro peccato: togliamo all’uomo e diamo all’animale. Per dare vita all’animale uccidiamo l’uomo.