Mangiarono a sazietà.
PRIMA LETTURA: 1Re 12, 26-32. 13, 33-34
Geroboamo preparò due vitelli d’oro: ne collocò uno a Betel e l’altro lo mise a Dan.
SALMO: (SAL 105)
Ricordati di noi, Signore, per amore del tuo popolo.
“In quei giorni, poiché vi era di nuovo molta folla e
non avevano da mangiare, Gesù chiamò a sé i discepoli e disse loro: «Sento
compassione per la folla; ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da
mangiare. Se li rimando digiuni alle loro case, verranno meno lungo il cammino;
e alcuni di loro sono venuti da lontano». Gli risposero i suoi discepoli:
«Come riuscire a sfamarli di pane qui, in un deserto?». Domandò loro: «Quanti
pani avete?». Dissero: «Sette».
Ordinò alla folla di sedersi per terra. Prese i sette pani, rese grazie, li
spezzò e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero; ed essi li
distribuirono alla folla. Avevano anche pochi pesciolini; recitò la benedizione
su di essi e fece distribuire anche quelli.
Mangiarono a sazietà e portarono via i pezzi avanzati: sette sporte. Erano
circa quattromila. E li congedò.
Poi salì sulla barca con i suoi discepoli e subito andò dalle parti di
Dalmanutà.”
Mc 8,1-10
Un sentimento nobile di Gesù, pieno di umanità che significa prontezza al servizio ed alla donazione; una volontà a guardare l’altro come sé stesso e rinunciare alla superiorità per servire l’altro. Un sentimento umano che Gesù mostra nel brano del vangelo di oggi. Il gesto lo rende partecipe dei nostri dolori e delle nostre sofferenze.
È umano, nel senso più nobile e concreto del termine, nel riconoscere l’altro che mi sta di fronte come soggetto dell’amore e non come oggetto da sfruttare. È umano perché è la volontà di unire gli uomini in un nuovo legame di solidarietà. Ma è anche divino perché proviene da Dio, è divino perché Gesù rende grazie sui sette pani e sui pochi pesciolini, è divino perché Gesù opera il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, è divino perché ci induce a contemplare con maggior profondità il Mistero di Cristo. È la compassione divina che è il preannuncio della sua Passione.
Dio sente le nostre passioni, e ci dona la sua Passione. La sua compassione ha questo doppio movimento. Da Dio all’uomo per assumere tutte le passioni umane e dall’uomo a Dio per partecipare alla Sua Passione. È qui, nella compassione umana-divina che troviamo il valore delle nostre celebrazioni eucaristiche che sono incontro tra Dio e l’uomo; un incontro di amore, di salvezza e di redenzione. Poniamo sull’altare la nostra vita perché possa essere benedetta da Gesù e inserita nel suo progetto di Amore.