Fu sepolto, discese agli Inferi.

Ora tutto è silenzio

e il mondo intero

sta attonito dinanzi alla morte

del suo Dio.

Sola, resta Maria

a credere nel Suo dolore,

a sperare nella Sua fede,

ad amare nella Sua speranza.

Fa’ che come Lei

anche noi sappiamo restare saldi nella fede,

perseveranti nella speranza

e fedeli nell’amore,

quando verrà l’ora

di vivere il nostro Sabato Santo,

nel lungo Sabato del tempo,

per attendere fiduciosi con Te

la Pasqua di Resurrezione,

anticipo e promessa

della Domenica senza tramonto

nella vita che non avrà fine.

Amen. Alleluia.

Bruno Forte

All’interno del triduo sacro, il sabato è giorno di silenzio, di attesa, del non detto. Sabato Santo, giorno dopo la morte, tempo in cui davanti ai discepoli c’era solo la fine della speranza, l’insopportabile dolore, la lacerazione di una separazione definitiva. «Dov’è Dio?»: è questa la muta domanda del Sabato Santo. Un giorno intero passa e non c’è intervento di Dio… Eppure Dio non ha abbandonato Gesù: se l’abbandono appare l’amara verità per i discepoli, Dio in realtà ha già chiamato a sé Gesù, anzi, lo ha già risuscitato nel suo Spirito Santo e Gesù vivente è agli inferi ad annunciare anche là la liberazione. «Discese agli inferi» confessiamo nel Credo. Ecco ciò che nel nascondimento avviene al Sabato Santo: giorno vuoto, silenzioso per i discepoli e per gli uomini, ma giorno in cui il Padre attraverso di Lui porta negli inferi la salvezza. Cristo scende nel cuore della terra, nelle zone infernali che abitano ogni uomo. Il cristiano oggi non dovrebbe dimenticare questo mistero del grande Santo Sabato, vero preludio alla Pasqua, ma anche lettura della discesa di Cristo nelle regioni infernali che abitano ogni cristiano, nonostante il suo desiderio di sequela di Gesù. Chi non riconosce in sé la presenza di questi inferi? Regioni non evangelizzate, territori di incredulità, luoghi dove Dio non c’è e nei quali ognuno di noi nulla può se non invocare la discesa di Cristo perché le evangelizzi, le illumini, le trasformi da regioni di morte assoggettate alla potenza del demonio, in humus capace di germinare vita in forza della grazia. Così il Sabato Santo è come il tempo della gravidanza, è un crescere del tempo verso il parto, verso il trionfo della vita nuova: il suo silenzio non è mutismo ma tempo carico di energie e di vita.