Se vuoi, puoi purificarmi.
PRIMA LETTURA: Gen 17, 1.9-10.15-22
Sia circonciso ogni maschio in segno di alleanza. Sara ti partorirà un figlio.
SALMO: (Sal 127)
Benedetto l’uomo che teme il Signore.
«Quando Gesù scese dal monte, molta folla lo seguì.
Ed ecco, si avvicinò un lebbroso, si prostrò davanti a lui e disse: «Signore, se vuoi, puoi purificarmi».
Tese la mano e lo toccò dicendo: «Lo voglio: sii purificato!». E subito la sua lebbra fu guarita.
Poi Gesù gli disse: «Guàrdati bene dal dirlo a qualcuno; va’ invece a mostrarti al sacerdote e presenta l’offerta prescritta da Mosè come testimonianza per loro».
Mt 8, 1-4
Oggi, il Vangelo ci mostra un lebbroso, pieno di dolore e consapevole della sua malattia, e che viene a Gesù chiedendo: «Signore, se vuoi, puoi purificarmi» (Mt 8.2).
Anche noi, vedendo così vicino al Signore e tanto lontana la nostra testa, i nostri cuori e le nostre mani del suo progetto di salvezza, dovremmo sentirci ansiosi e in grado di fare la stessa espressione del lebbroso: «Signore, se vuoi, puoi purificarmi» (Mt 8.2).
Tuttavia, si impone una domanda: Una società che non ha coscienza del peccato, può chiedere il perdono del Signore? Può chiedere purificazione? Tutti conosciamo molte persone che soffrono e il cui cuore è ferito, ma il suo dramma è non sempre sono coscienti della loro situazione personale. E invece, Gesù va oltre noi, giorno dopo giorno (cfr Mt 28,20), e si aspetta la stessa richiesta: «Signore, se vuoi…» (Mt 8.2).
Però, dobbiamo anche collaborare. Sant’Agostino ce lo ricorda nella sua dichiarazione classica: «Colui che ti ha creato senza di te, non ti salverà senza di te».
È quindi necessario essere in grado di chiedere al Signore di aiutarci, che vogliamo cambiare col suo aiuto.
Qualcuno potrebbe domandarsi, perché è così importante rendersi conto, convertirsi e voler cambiare? Semplicemente perché, altrimenti, non saremmo in grado di dare una risposta affermativa alla domanda precedente, in cui abbiamo detto che una società senza coscienza di peccato difficilmente sentirà il desiderio o la necessità di cercare il Signore per fare la sua richiesta di aiuto.
Così, quando arriva il momento per il pentimento, il momento della confessione sacramentale, è preciso eliminare il passato, dei mali che infettano il nostro corpo e la nostra anima. Non abbiamo alcun dubbio, chiedere perdono è un grande momento di iniziazione cristiana, perché è il momento nel quale la fascia cade dai nostri occhi. E se qualcuno è a conoscenza della sua situazione e non vuole convertirsi? Dice il famoso proverbio: «non c’è peggior cieco che quello che non vuol vedere».