Quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino.
PRIMA LETTURA Dn 7,2-14
Ecco venire con le nubi del cielo uno simile a un figlio d’uomo.
SALMO ( Dn 3,75-81)
A lui la lode e la gloria nei secoli.
“ In quel
tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola:
«Osservate la pianta di fico e tutti gli alberi: quando già germogliano, capite
voi stessi, guardandoli, che ormai l’estate è vicina. Così anche voi: quando
vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino.
In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto avvenga.
Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno».”
Lc 21,29-33
“Quando già germogliano, capite voi stessi, guardandoli, che ormai l’estate è vicina” (21,31).
Il futuro è, per sua natura, incerto, talvolta oscuro. Non conosciamo ciò che deve ancora avvenire né possiamo prevederlo, anche se oggi tutti fanno appello alla scienza delle previsioni. Vi sono quelli che guardano al domani con una legittima paura. Motivi per essere inquieti ce ne sono sempre ma il timore nasconde una sostanziale mancanza di fiducia in Dio. Altri vivono con trepidazione perché ritengono di non avere forze sufficienti per affrontare i problemi. Vi sono anche coloro che coltivano un ottimismo sincero ma anche ingenuo.
Le parole di questo brano evangelico, conclusione e sigillo dell’insegnamento di Gesù, sono invece cariche di speranza: non conosciamo il futuro ma conosciamo Dio e sappiamo di poter sempre contare sul suo amore. Questo ci basta.
Il Maestro utilizza l’immagine del fico, non parla dell’albero maturo, ma dei primi germogli che annunciano l’estate e fanno intravedere il tempo dei frutti. Invita i discepoli a riconoscere i piccoli segni di una storia di salvezza che già si realizza e cresce, nonostante le oscurità. Dio non fa mancare la luce, quei piccoli segni che permettono di guardare alla storia con fiducia.
Queste parole sono pronunciate nella parte finale del ministero, precedono di poco gli eventi della passione. Nel momento in cui le tenebre si addensano e il cerchio degli oppositori si stringe, Gesù chiede di tenere accesa la luce della speranza.
La pace vince l’istintiva angoscia. La fiducia allontana il legittimo timore. Gesù non genera allarmismi, non alimenta l’inquietudine e l’angoscia, ma invita a restare ben saldi nella fede, sapendo che Dio è sempre all’opera.
Queste parole sono rivolte a tutti ma in modo speciale sono indirizzate a coloro che hanno una responsabilità. Ci sono situazioni in cui siamo portati a drammatizzare. E forse abbiamo anche ragioni per farlo. Non è questa la via. Oggi chiediamo la grazia di poter ripetere, anche nelle circostanze più difficili, le parole dell’apostolo Paolo: “Tutto concorre al bene” (Rm 8,28).