PRIMA LETTURA: Qo 3,1-11
Ogni evento ha il suo tempo sotto il cielo.
SALMO: (Sal 143)
Benedetto il Signore, mia roccia.
«Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: «Le folle, chi dicono che io sia?». Essi risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa; altri uno degli antichi profeti che è risorto».
Allora domandò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo di Dio».
Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno. «Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».
Lc 9,18-22
«Un giorno, mentre Gesù si trovava in un luogo appartato a pregare e i discepoli erano con lui, pose loro questa domanda: “Chi sono io secondo la gente?”».
La domanda di Gesù ai suoi discepoli non è una domanda di semplice curiosità, né tantomeno una domanda ingenua. Gesù sta spingendo i suoi, che lo accompagnano già da un po’, a tirare le conclusioni su quello che pensano di aver capito di lui. Gesù domanda il sentire della gente per arrivare man mano a domandare alla fine il loro stesso sentire.
E sembra che i discepoli fintanto che devono rendere conto degli altri sono abbastanza preparati e svelti nel rispondere: «Essi risposero: “Per alcuni Giovanni il Battista, per altri Elia, per altri uno degli antichi profeti che è risorto”».
Ma Gesù li inchioda su una domanda a cui non è facile rispondere su due piedi: «Allora domandò: “Ma voi chi dite che io sia?”».
Le cose ci sembrano chiare finché le guardiamo nella vita degli altri; quando, invece, dobbiamo guardarle nella nostra vita, non sappiamo mai veramente qual è effettivamente la cosa giusta.
Solo Pietro azzarda la risposta giusta: «Pietro, prendendo la parola, rispose: “Il Cristo di Dio”. Egli allora ordinò loro severamente di non riferirlo a nessuno».
Quella che è la professione di fede di Pietro può trasformarsi in un’arma a doppio taglio, infatti dire delle cose giuste nei confronti di Cristo non significa in fondo averlo capito veramente. Ecco perché Gesù accompagna la risposta di Pietro con una precisazione: «ll Figlio dell’uomo, disse, deve soffrire molto, essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, esser messo a morte e risorgere il terzo giorno».
I discepoli che pensano di aver capito non si sono ancora scontrati con lo scandalo della Croce, che è il momento della vita in cui ciò che ti sembrava chiaro è messo in discussione dai fatti. Ed è proprio in quel buio che bisogna fare la più vera e profonda professione di fede. Ma lo impareranno con il tempo.