Quando lo sposo sarà loro tolto, allora in quei giorni digiuneranno.
PRIMA LETTURA: Col 1,15-20
Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui.
SALMO (Sal 99)
Presentatevi al Signore
con esultanza.
Oppure:
Benedetto il Signore, gloria del suo popolo.
“In quel tempo, i
farisei e i loro scribi dissero a Gesù: «I discepoli di Giovanni digiunano
spesso e fanno preghiere, così pure i discepoli dei farisei; i tuoi invece
mangiano e bevono!».
Gesù rispose loro: «Potete forse far digiunare gli invitati a nozze quando lo
sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora in
quei giorni digiuneranno».
Diceva loro anche una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo
per metterlo su un vestito vecchio; altrimenti il nuovo lo strappa e al vecchio
non si adatta il pezzo preso dal nuovo. E nessuno versa vino nuovo in otri
vecchi; altrimenti il vino nuovo spaccherà gli otri, si spanderà e gli otri andranno
perduti. Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi. Nessuno poi che beve il
vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: “Il vecchio è gradevole!”».”
Lc 5,33-39
Il Signore Gesù, con la sua venuta tra noi e con l’annuncio del suo vangelo, instaura il suo Regno tra noi. È un annuncio di novità e di gioia perché si sta attuando un piano di liberazione e di salvezza, disegnato da Dio stesso. Egli viene a sciogliere i lacci del peccato, viene a liberare gli oppressi, viene a ridare la libertà ai prigionieri, viene a stabilire con tutti noi un nuovo patto di alleanza, basato non più sulla costrizione e sulla paura, ma solo sull’amore.
Per questo Gesù si paragona ad uno sposo, innamorato dell’umanità, con cui vuole celebrare le sue nozze. È tempo di gaudio e di gioia perciò e non di digiuno e di penitenza. Tutti sono invitati alle nozze di Cristo.
«Potete far digiunare gli invitati a nozze, mentre lo sposo è con loro? Verranno però i giorni in cui lo sposo sarà portato via da loro; allora, in quei giorni, digiuneranno».
Intravediamo in queste parole sia la natura della missione di Cristo, sia ancora un preannuncio della sua e nostra risurrezione.
La stessa sua presenza è però già motivo di gaudio: egli è per tutti la garanzia vivente del ritorno a Dio, egli stesso è il Dio con noi, in lui si stanno adempiendo tutte le promesse.
Già il profeta Isaia aveva predetto questa novità e questi momenti:
«Dite agli smarriti di cuore: «Coraggio! Non temete; ecco il vostro Dio, giunge la vendetta, la ricompensa divina. Egli viene a salvarvi».
Solo coloro che hanno sperimentato le più dure schiavitù e le più estenuanti prigionie sanno descrivere la gioia della riconquistata libertà.
È davvero la riscoperta di un mondo nuovo, di tante realtà che sembravano scomparse per sempre, di affetti che sembravano perduti e poi riconquistati con una più forte intensità. L’azione salifica di Cristo è una liberazione totale, è per noi una vera rinascita con una dignità nuova, quella di figli di Dio.
Ancora oggi, quando scopriamo e sappiamo vivere i motivi profondi della gioia cristiana, scompaiono per noi i motivi del lutto e del digiuno e ci è dato di rallegrarci nel Signore.
Non è poi difficile scoprire le cause del nostro lutto e delle nostre più profonde tristezze: ci manca lo sposo e non siamo tra gli invitati alle nozze; abbiamo anche noi accampato qualche scusa per non aderire all’invito.