Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente: ha innalzato gli umili.

PRIMA LETTURA: Ap 11,19a; 12,1–6a.10ab

Una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi.

SALMO: (Sal 44)

Risplende la regina, Signore, alla tua destra.

SECONDA LETTURA: 1Cor 15,20–27a

Cristo risorto è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo.

«In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.

Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.

Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».

Allora Maria disse:

«L’anima mia magnifica il Signore

e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,

perché ha guardato l’umiltà della sua serva.

D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.

Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente

e Santo è il suo nome;

di generazione in generazione la sua misericordia

per quelli che lo temono.

Ha spiegato la potenza del suo braccio,

ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;

ha rovesciato i potenti dai troni,

ha innalzato gli umili;

ha ricolmato di beni gli affamati,

ha rimandato i ricchi a mani vuote.

Ha soccorso Israele, suo servo,

ricordandosi della sua misericordia,

come aveva detto ai nostri padri,

per Abramo e la sua discendenza, per sempre».

Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua».

Lc 1,39-56

La chiesa oggi celebra la solennità di Maria Santissima assunta in cielo in anima e corpo. È  un dogma mariano di fede proclamato solennemente da Pio XII il 1 novembre 1950, durante l’anno santo e a qualche anno di distanza dalla conclusione del secondo conflitto mondiale che aveva prodotto morte e distruzione in tutto il mondo. Anche in questo 2021, la solennità dell’Assunta assume un valore e un invito a rinascere e a riprenderci dopo il periodo più duro della pandemia.

Allora nel 1950 questa festa fu accolta con grande gioia e speranza da tutta la cristianità e da allora questa ricorrenza mariana è entrata sempre più nel cuore e nella devozione popolare, al punto tale che non c’è città in Italia in cui la Madonna Assunta in cielo non venga festeggiata.

Tante le celebrazioni e le iniziative in onore dell’Assunta anche di carattere civile e sociale, ma fondamentalmente la festa, già celebrata anticamente, rimane essenzialmente una ricorrenza religiosa del 15 agosto e come tale viene vissuta dai devoti della Beata Vergine Maria. Infatti la “dormitio Virginis” e l’assunzione, in Oriente e in Occidente, sono fra le più antiche feste mariane.

Tuttavia solo nel 1950 fu proclamato il dogma e confermata la millenaria devozione alla Beata Vergine Maria assunta alla gloria del cielo.

Si legge, infatti, nel testo della costituzione a firma di Pio XII: «Pertanto, dopo avere innalzato ancora a Dio supplici istanze, e avere invocato la luce dello Spirito di Verità, a gloria di Dio onnipotente, che ha riversato in Maria vergine la sua speciale benevolenza a onore del suo Figlio, Re immortale dei secoli e vincitore del peccato e della morte, a maggior gloria della sua augusta Madre e a gioia ed esultanza di tutta la chiesa, per l’autorità di nostro Signore Gesù Cristo, dei santi apostoli Pietro e Paolo e Nostra, pronunziamo, dichiariamo e definiamo essere dogma da Dio rivelato che: l’immacolata Madre di Dio sempre vergine Maria, terminato il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo. Perciò, se alcuno, che Dio non voglia, osasse negare o porre in dubbio volontariamente ciò che da Noi è stato definito, sappia che è venuto meno alla fede divina e cattolica».

La solennità di quest’anno 2021 ci sollecita un impegno cristiano, incentrato sulla speranza e gioia mariane.

Entrare nel mistero di Maria con l’animo disponibile a lasciarsi toccare dalla grazia vuol dire esprimere un vero culto verso la nostra Madre Celeste, che, come ci ricorda il Concilio Vaticano II, nella Costituzione dogmatica “Lumen Gentium”, ribadendo quanto già affermato da Pio XII. Maria nella sua assunzione al cielo fu “esaltata quale regina dell’universo per essere così più pienamente conforme al Figlio suo, Signore dei signori (cfr. Ap 19,16) e vincitore del peccato e della morte” (LG 59).

In questa verità di fede comprendiamo da un punto di vista teologico ed ecclesiologico, che la Vergine Assunta è primizia della Chiesa celeste e segno di consolazione e di sicura speranza per la chiesa pellegrina. Questo perché l’Assunzione di Maria è un’anticipazione della resurrezione della carne, che per tutti gli altri uomini avverrà soltanto alla fine dei tempi, con il Giudizio universale.

La Madre di Dio, che era stata risparmiata dalla corruzione del peccato originale, fu risparmiata dalla corruzione del suo corpo immacolato, Colei che aveva ospitato il Verbo doveva entrare nel Regno dei Cieli con il suo corpo glorioso.

E noi oggi la vogliamo ricordare e pregare la nostra Madre Celeste come sempre, ma con un motivo in più, perché dal cielo possa guidare il cammino dei suoi figli verso la gloria del cielo, dove ci attende come Madre di Dio e Madre nostra con questa preghiera che le rivogliamo dal profondo del nostro cuore, ringraziandola per tutti i benefici che il Signore ci concede, mediante la sua intercessione. Lei che andò in visita alla cugina Elisabetta, in attesa del precursore, portando all’anziana donna la gioia del Redentore, che Maria portava con sé, nel suo grembo verginale, come ci ricorda il brano del Vangelo di questa solennità, ci indichi il cammino mariano per portare gioia e speranza agli altri. E come ricorda Papa Francesco nella Evangelii Gaudium, Maria ci porta a Cristo e ci porta alla gioia che è Cristo, unico Salvatore del mondo: “La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia”. Ed aggiunge: «Ogni volta che guardiamo a Maria torniamo a credere nella forza rivoluzionaria della tenerezza e dell’affetto. In lei vediamo che l’umiltà e la tenerezza non sono virtù dei deboli ma dei forti, che non hanno bisogno di maltrattare gli altri per sentirsi importanti. Guardando a lei scopriamo che colei che lodava Dio perché «ha rovesciato i potenti dai troni» e «ha rimandato i ricchi a mani vuote» (Lc 1,52.53) è la stessa che assicura calore domestico alla nostra ricerca di giustizia. È anche colei che conserva premurosamente «tutte queste cose, meditandole nel suo cuore» (Lc 2,19). Maria sa riconoscere le orme dello Spirito di Dio nei grandi avvenimenti ed anche in quelli che sembrano impercettibili. È contemplativa del mistero di Dio nel mondo, nella storia e nella vita quotidiana di ciascuno e di tutti. È la donna orante e lavoratrice a Nazaret, ed è anche nostra Signora della premura, colei che parte dal suo villaggio per aiutare gli altri «senza indugio» (Lc 1,39). Questa dinamica di giustizia e di tenerezza, di contemplazione e di cammino verso gli altri, è ciò che fa di lei un modello ecclesiale per l’evangelizzazione. Le chiediamo che con la sua preghiera materna ci aiuti affinché la Chiesa diventi una casa per molti, una madre per tutti i popoli e renda possibile la nascita di un mondo nuovo. È il Risorto che ci dice, con una potenza che ci riempie di immensa fiducia e di fermissima speranza: «Io faccio nuove tutte le cose» (Ap 21,5).