Mentre Gesù, ricevuto il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì.
Si rivelerà la gloria del Signore e tutti gli uomini la vedranno.
SALMO: (Sal 103)
Benedici il Signore, anima mia.
SECONDA LETTURA: Tt 2,11-14; 3,4-7
Il Signore ci ha salvato con un’acqua che rigenera e rinnova nello Spirito Santo.
«In quel tempo, poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco».
Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».
Lc 3,15-16.21-22
Eccoci al battesimo del Signore, collocato dopo l’Epifania perché è da sempre considerato come la manifestazione di Gesù, Figlio prediletto del Padre. Il battesimo segna l’inizio della sua missione e in un certo senso ne indica il senso: Gesù si schiera dalla parte dell’umanità. Il suo immergersi e risalire, con il successivo spalancarsi del cielo, simboleggia che in Lui Dio è sceso, muore e risorge: così spalanca le porte del cielo e porta l’umanità a Dio e Dio all’umanità.
Giovanni battezza. Molti pensano che sia lui il Messia ma egli chiarisce: non sono io. Dopo di me viene uno più grande che non vi immergerà solo nell’acqua come faccio io ma vi immergerà nello Spirito di Dio. Ed ecco che “nascosto” tra i peccatori, viene Gesù e si fa battezzare. Colpisce: il figlio benedetto dell’Altissimo si mette in fila con i peccatori che vanno da Giovanni, in fila con quelli che si riconoscono bisognosi di perdono e sono desiderosi di cambiare vita. Sin dall’inizio del Vangelo secondo Luca Gesù mostra la sua solidarietà e vicinanza con ciascuno di noi. Altro che Dio lontano, che forse non sente, che sta lì a guardare e giudicare: piuttosto un Dio vicino, partecipe, compassionevole, che viene in mezzo a noi per farsi carico delle nostre sofferenze ed iniquità e portarci tutti su! Dio è umiltà: non guarda dall’alto al basso, non lancia sentenze e invettive ma scende per tirarci su. C’è tanto da poter meditare sui nostri atteggiamenti, vero?
Luca è l’unico che specifica che Gesù, dopo aver ricevuto il battesimo, stava in preghiera ed è lì che il cielo si apre e sente la voce del Padre. Dio si compiace di questo suo Figlio, lo indica. Le sue parole sono cariche di significato e di gioia! Dio non è una cosa lontana o astratta ma è Padre, un Padre che si compiace del Figlio; ed è Figlio che corrisponde all’amore del Padre. Ed è lo Spirito d’amore che unisce tra i due! Ecco che nel battesimo si rivela già la Santissima Trinità! Gesù prega ed è lì che il cielo si apre e il Padre gli parla. La preghiera è il luogo dove cielo e terra entrano in contatto, dove il nostro povero cuore “respira” Dio. Ancor più, in Gesù si ripristina il collegamento tra cielo e terra interrotto a causa del peccato originale. In Lui il cielo si apre: la salvezza viene dal cielo, lui la offre, non parte da noi. La vita non cambia solo in virtù dei propri sforzi. Uno le può provare tutte per fare meglio ma per quanto possa migliorare, ritornerà sempre al punto di partenza, al fare esperienza di quanto siano deboli le sue sole forze. Possiamo migliorare le abitudini ma la vera svolta, la salvezza, la offre solo Cristo.
Lo Spirito Santo scende in forma corporea su Gesù. Ciò non significa che prima di quel momento Gesù non fosse Dio (egli è la seconda persona della SS. Trinità) ma che da Gesù in poi lo Spirito di Dio “riposa” e inabita il cuore dell’uomo, del credente. Questo Spirito ci è dato nel battesimo. Lì ci è data l’identità di figli. Il battesimo di Gesù ci ricorda cos’è il nostro battesimo: l’essere immersi nella Trinità, vivendo la relazione con Lui. Chi è il figlio di Dio? Uno che vive dell’amore del Padre, che agisce unito al Padre, che “respira” e agisce nel suo amore. Ecco chi siamo chiamati ad essere e diventare: figli, che vivono di quell’amore, desiderosi di ricambiarlo e riversarlo sugli altri. Altro è vivere senza Dio, altro è vivere con Lui, uniti a Lui, “carichi” del suo amore e della sua presenza in noi. Ecco la meravigliosa avventura dei figli di Dio, ecco la meraviglia della vita cristiana!