Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo.

PRIMA LETTURA: At 22,3-16

Àlzati, fatti battezzare e purificare dai tuoi peccati, invocando il nome di Gesù.

Oppure:

                              At 9,1-22

Ti sarà detto ciò che devi fare.

SALMO: (Sal 116)

Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo.

«In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro:

«Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato.

Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».

Mc 16,15-18

Oggi, la Chiesa celebra la festa della Conversione di San Paolo, apostolo. Il breve frammento del Vangelo secondo San Marco raccoglie una parte del discorso con riguardo alla missione che il Signore risuscitato conferisce. Con l’esortazione a predicare in tutto il mondo va unita la tesi che la fede ed il battesimo sono requisiti necessari per la salvezza. «Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato» (Mc 16,16). Cristo garantisce, inoltre, che ai predicatori verrà data la facoltà di effettuare prodigi o miracoli con cui dovranno sostenere e confermare la loro predicazione missionaria (cf. Mc 17,18). La missione è grande – «Andate in tutto il mondo» -, ma non mancherà l’appoggio del Signore «…Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,20).

La preghiera `colletta´ di oggi, propria della festa, ci dice: «Oh Dio, che, con la predicazione dell’Apostolo San Paolo, portasti a tutti i popoli la conoscenza della verità, concedici, al celebrare oggi la sua conversione, che, seguendo il suo esempio, possiamo camminare verso di Te, quali testimoni della tua verità». Una verità che Dio ci ha concesso di conoscere e che tante e tante anime desidererebbero possedere: abbiamo la responsabilità di trasmettere, fin dove ci sia possibile, questo meraviglioso patrimonio.

La Conversione di San Paolo è un grande avvenimento: egli passa da perseguitore a convertito; ossia a servitore e difensore della causa di Cristo. Molte volte, forse, anche noi stessi facciamo da “persecutori”; come San Paolo, dobbiamo trasformarci da “persecutori” a servi e difensori di Gesù Cristo.

Questo è accaduto a Paolo che era convinto di essere nel giusto perseguitando i seguaci di Gesù; lo faceva in nome di Dio e della religione che professava. In realtà quella di Paolo era solo una convinzione religiosa ma priva di fede autentica che non può essere ridotta a convenzioni, precetti e tradizioni. La fede è un dono di Dio che diventa realtà concreta quando si traduce in incontro personale con Lui. Ogni qualvolta siamo alla presenza di Dio, Egli ci dona la parola della misericordia che ha la forza di demolire gli idoli dell’orgoglio e di fecondare l’anima, trasformando il deserto in giardino, il cuore di pietra in cuore di carne.

Chi incrocia lo sguardo di Gesù e da lui si lascia guardare senza farsi vincere dall’indifferenza, non prova solo una forte emozione che poi svanisce, ma, se la parola di Dio è accolta nell’intimo, avviene la conversione missionaria. Non si vive per sé stessi o inseguendo i propri ideali ma per compiere la volontà di Dio: che tutti possano conoscere l’amore di Dio ed essere salvati vivendo ogni giorno l’amore fraterno. La conversione non è semplicemente il cambio di un sistema di valori o idee di riferimento, ma di modi di fare che influisce sul mutamento di stile di vita e di relazioni. Non si crede a parole o con le parole, ma scrivendo con i fatti il vangelo della misericordia che si annuncia.

La buona notizia che Dio è colui che salva, che accompagna la nostra vita stando davanti a noi, camminandoci accanto, coprendoci le spalle, dandoci nuovi modi di comunicare, consolandoci, guarendoci, attraversando ogni nostra fine e dandoci dei nuovi fini, questa buona notizia è quella che abbiamo ricevuto essendo stati immersi in Lui ed è la buona notizia che siamo chiamati a dare a ogni creatura che Gli presentiamo, che in Lui immergiamo.

La pace dell’opera compiuta si compie nel compimento della stessa e chiunque è chiamato a farne parte.