Ecco la meditazione, curata da sr.Chiara Elena, sulla liturgia della parola di questa Festa della Santa Famiglia:

“Brutta storia quella che viene raccontata nel Vangelo di questa domenica, domenica dedicata alla Sacra Famiglia perché si racconta di un viaggio che i genitori di Gesù, Maria e Giuseppe, fanno a Gerusalemme insieme a Lui dodicenne e se lo perdono nel tempio mentre tornano a casa.
Ognuno pensava che Gesù fosse con l’altro ma in realtà dopo qualche giorno si accorgono che è rimasto invece a Gerusalemme e angosciati tornano indietro per cercarlo. Ogni volta che noi perdiamo Gesù significa che abbiamo perso il senso della nostra vita, questo senso che tante volte viene a mancare esattamente dentro le nostre famiglie perché pensiamo sempre che sia l’altro a dover tenere chiaro questa motivazione, questo senso profondo del perché valga la pena amarsi, valga la pena tenere in piedi una famiglia, valga la pena vivere la propria esistenza ma la Sacra Famiglia è sacra non perché non sbaglia ma perché quando si rende conto che ha perso Gesù per strada è capace di tornare indietro per andare a cercarlo.
Noi al massimo quando constatiamo i nostri fallimenti ci lasciamo, ci separiamo, ce ne andiamo, cambiamo, andiamo avanti senza tornare indietro senza nemmeno cercare di nuovo un senso cioè cercare di nuovo Gesù .
Possa il Vangelo di oggi ricordare a ciascuno di noi che è vero che ci sono delle cose che una volta che si sono rotte non possiamo più metterle insieme, non possiamo più appiccicarle, ma tante altre volte invece basta tornare indietro basta fare un passo indietro, basta prendere sul serio quell’angoscia e quella tristezza che ci riporteranno lì dove rimasti, lì dove abbiamo perso consenso di dove è aperta quella verità e magari lì ritrovare Gesù e sentirci dire che in realtà avevamo perso il senso perché avevamo cominciato a vivere ciascuno per conto proprio, ciascuno secondo se stesso, quando essere cristiani invece significa seguire lui, soltanto seguendo lui rischiamo così di vivere una vita senza perderlo mai di vista, diversamente dovremo sempre tornare indietro ogni qual volta dando per scontato. Lo perdiamo per strada.” cfr Lc 2,41-52

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Dal Vangelo secondo Luca
Lc 2,41-52

I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme.

Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte.

Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro.

Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini