Il suo volto brillò come il sole.
PRIMA LETTURA: Dn 7,9-10.13-14
La sua veste era candida come la neve.
SALMO: (Sal 96)
Il Signore regna, il Dio di tutta la terra.
Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elìa con Mosè e conversavano con Gesù.
Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati.
Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro.
Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti».
Mc 9,2-10
Gesù ha appena finito di parlare della sua morte e risurrezione, della necessità del cammino della croce per chi vuole essere suo discepolo.
Molte volte era entrato in conflitto con le autorità religiose e civili del suo tempo. Sapeva che prima o poi lo avrebbero catturato. Ma non retrocede: all’orizzonte la croce non appare come una possibilità, ma come una certezza. E con la croce la tentazione di seguire il cammino del Messia Glorioso e non quello del Servo Sofferente. In quest’ora difficile, Gesù sale sulla montagna per pregare, non per manifestarsi ai suoi discepoli. Ha con sé Pietro, Giacomo e Giovanni. Nella preghiera trova la forza per non perdere il cammino della sua missione.
La fede è un cammino di trasformazione, o meglio diremmo, di trasfigurazione, attraverso il quale Dio ci rende partecipe della sua forma, cioè del suo modo di vivere e di amare. L’evangelista Marco si serve dell’immagine della veste che simboleggia la «forma» di vita.
La trasfigurazione che avviene sul monte è anticipazione e rivelazione dell’evento della croce. Quando siamo tristi e consapevoli di portare la nostra croce la voce del Padre ci ricorda che Gesù la vive con noi. Ascoltarlo significa lasciarci accompagnare da lui perché impariamo a non subirla come un’ingiustizia, ma a viverla come un tempo di grazia nel quale conformarci a Cristo per fare della nostra vita un dono insieme con lui.
La Parola di Dio converte il nostro cuore, lo purifica dalla tendenza alla possessività come quella espressa da Pietro e che echeggia l’atteggiamento di Eva davanti al frutto proibito. Tendenzialmente siamo portati a fissare la felicità illudendoci che chiudendola dentro le nostre mani possiamo trattenerla e possederla.
Il contenuto fondamentale della rivelazione di Dio sul monte riguarda il suo legame di padre nei confronti del figlio. Gesù crocifisso è il dono di Dio offerto a noi uomini, è il modo con il quale si dichiara nostro Padre. Dopo l’indicativo viene l’imperativo: «Ascoltatelo». Ascoltare Gesù significa accogliere la sua parola nel nostro orizzonte mentale, farci guidare dal suo esempio nelle scelte quotidiane e unirci a lui nelle gioie e nelle speranze, nelle tristezze e nelle angosce della vita.
Lo splendore della trasfigurazione indica che la meta della nostra vita è la felicità intesa non come godimento possessivo dei beni, ma come relazione di amore con Dio e i fratelli; un amore veramente libero e che genera persone libere.
La Trasfigurazione continua ad essere un aiuto per superare le crisi che la sofferenza produce oggi anche a noi. I discepoli assonnati sono lo specchio di tutti noi. La voce del Padre è diretta a loro, come a noi: “Questi è il mio Figlio, il mio eletto, ascoltatelo!”.
Ci sono dei momenti nella vita quando la sofferenza è così grande che arriviamo a pensare: Dio mi ha abbandonato! E d’un tratto scopriamo che Lui non si era mai allontanato, ma eravamo noi ad avere gli occhi bendati e non ci accorgevamo della sua presenza. Allora tutto cambia e si trasfigura. È la Trasfigurazione! Capita tutti i giorni nella nostra vita.