Voi che mi avete seguito, riceverete cento volte tanto.

PRIMA LETTURA: Prv 2,1-9

Inclina il tuo cuore alla prudenza.

SALMO: (Sal 33)

Gustate e vedete com’è buono il Signore.

«In quel tempo, Pietro disse a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?».

E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna».

Mt 19,27-29

La liturgia della solennità odierna ricorre al Libro dei proverbi per tessere l’elogio delle virtù del grande patriarca San Benedetto e per ricordarci che egli ha goduto per sé e ha trasfuso negli altri il dono della vera divina sapienza. sapienza che pone fede in costante ricerca del Signore e lo fa mettere al primo posto. Quasi parafrasando l’inizio del Prologo della sua Regola il passo biblico di oggi ci ricorda che il vero saggio è sempre in atteggiamento di devoto ascolto per apprendere il sapere di Dio e soprattutto per conformarsi a Lui.

Quello che San Benedetto chiede ai suoi monaci, l'”Ascolta!”, egli per primo lo ha messo in pratica. L’ascolto si realizza nel silenzio ed è la porta regale che introduce alla buona e santa comunione con Dio e con il nostro prossimo.

San Paolo elenca altre virtù monastiche e cristiane che hanno brillato particolarmente nella vita di Benedetto e che dovrebbero rifulgere in tutti i monaci ed essere praticate da ogni credente ciascuno secondo la propria vocazione: l’umiltà, la mansuetudine e la pazienza. Il brano evangelico dà la risposta per bocca di Gesù stesso all’interrogativo che San Pietro gli pone a nome di tutti coloro che come lui, nel corso dei secoli, hanno lasciato tutto per seguirlo: “In verità vi dico: voi che mi avete seguito, nella nuova creazione, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono, della sua gloria, siederete anche voi sui dodici troni a giudicare le dodici tribù di Israele”. E conclude il discorso del premio finale aggiungendo: Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna”.

Non è questo un premio esclusivo per i più stretti seguaci di Gesù: la vita eterna e il centuplo di quanto ognuno offre al Signore, anche un semplice bicchiere d’acqua dato in Suo nome, è promesso a tutti. Occorre convincersi però, come Gesù stesso ci ammonisce, che “Chi cercherà di salvare la propria vita la perderà, chi invece la perde la salverà”. È una esigenza inderogabile per seguire il Signore. Le ricerche e le astuzie umane hanno i loro miseri obiettivi, la ricerca di Dio conduce alla vita senza fine; in questo consiste il perdere e il salvare la propria vita.

Quindi, in occasione della festa di San Benedetto, la Liturgia della Parola trasmette, con frasi di Gesù Cristo, la speranza che ci deve inondare quando abbiamo lasciato tutto per stare con Lui. «parleremo oggi di un uomo veramente insigne, degno di ogni venerazione. Si chiamava Benedetto questo uomo e fu davvero benedetto di nome e di grazia. Fin dai primi anni della sua fanciullezza era già maturo e quasi precorrendo l’età con la gravità dei costumi, non volle mai abbassare l’animo verso i piaceri. Se l’avesse voluto avrebbe potuto largamente godere gli svaghi del mondo, ma egli li disprezzò come fiori seccati e svaniti». “Così inizia San Gregorio Magno parlando della vita di San Benedetto. E così inizia Benedetto a compiere il Vangelo che la Chiesa ci offre oggi, il giorno della sua festività: lasciare tutto per seguire il Maestro.

Per seguire Gesù, dobbiamo lasciare quello che non ha coerenza e abbracciare la vera sapienza, che muove i cuori e apre le porte dell’immortalità, diversa dalla sapienza di questo mondo, che di solito chiude e indurisce i cuori, condannandoli alla sterilità e la morte, che rende l’uomo infelice, perché il suo cuore è fatto per la vita, per Dio, e acquieta soltanto nelle fontane della vita, nell’abbraccio di Dio.

Il percorso scelto da San Benedetto è quindi il modo di meritare ed ascoltare le parole di Gesù: «Quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni…» (Mt 19,28). Questo nuovo mondo comincia a delinearlo chi nella propria vita prende la saggezza del Regno, perché ha il divino Spirito che scruta ogni cosa e scorge le vie del Signore. E così diventa creditore a ricevere ed ereditare la vita eterna che viene anticipata in questo mondo con il fatto di seguire e conoscere il Signore Gesù, che afferma chiaramente: «Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo» (Gv 17,3). E ‘ciò che fece San Benedetto. E tu?