Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo.

PRIMA LETTURA: 1 Pt 5,5b-14

Vi saluta Marco, figlio mio.

SALMO: (Sal 88)

Canterò in eterno l’amore del Signore.

«In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.
Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.»

Mc 16,15-20

Oggi riceviamo un invito evangelico forte: siamo chiamati a partire, a lasciare un vecchio modo di fare per aprirci a un nuovo modo di essere.

Un annuncio che ci sorprende mentre siamo limitati nella nostra capacità di movimento fisico. Verrebbe da dire “rispondo dopo che tutto sarà passato, dopo il virus, quando la situazione sarà favorevole”.

Ma è oggi che il Signore ci invita ad essere creativi, a non fermare la corsa di un messaggio di salvezza che neppure la morte è stata capace di arrestare!

Proclamazione che siamo invitati a rivolgere a tutta la creazione.

Ma chi attende da me questo annuncio?

Innanzitutto, quelli che sono in preda ai demoni, che sono confusi nel loro discernimento, che non stanno vivendo in modo vivificante questa prolungata quarantena.

In secondo luogo, siamo tutti chiamati a praticare e condividere nuovi modelli comunicativi, che sappiano trasmettere speranza nel futuro ed amore per il presente. Siamo invitati a non avvelenare le nostre giornate con cattivi pensieri, a non entrare in quello stato di impotenza e prostrazione che ci impedisce di essere protagonisti della nostra vita e della nostra giornata.

Come ci ha insegnato Gesù al Getsemani, nel momento stesso in cui si accoglie profondamente la propria vita e la propria storia così com’è, se ne diventa protagonisti e si agisce da persone libere.

Solo allora si diventa capaci di guarire ciò che è malato, di far sentire il calore delle nostre mani anche a distanza!