Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo.

PRIMA LETTURA: Sapienza 7,7-14

Stimai un nulla la ricchezza al confronto della sapienza.

SALMO: (Sal 39)

Ho annunziato la tua verità, o Signore.

«In quel tempo, apparendo agli Undici, Gesù disse loro:

«Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato. E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti, e se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».

Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu assunto in cielo e sedette alla destra di Dio. Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore operava insieme con loro e confermava la parola con i prodigi che l’accompagnavano».

Mc 16,15-20

La testimonianza iniziale della comunità di Marco conclude il suo vangelo con il capitolo 16 annunciando la resurrezione di Gesù e l’invio delle donne ad annunciare questa bella notizia. Gesù dà il mandato a chi è inferiore, a chi è umile, con le loro debolezze, con le loro fragilità perché è proprio nella debolezza di ognuno che scaturisce la buona notizia.

Gesù disse loro: “Andate in tutto il mondo” e il messaggio non è rivolto solo a loro, ma anche a noi che ci mettiamo alla sua sequela. Gesù aveva chiamati gli apostoli per essere pescatori gli uomini che cosa significa? Predicare la resurrezione e trasmettere i suoi insegnamenti perché non è la croce che ci ha salvati, ma la Parola salvifica che ci smuove le coscienze e ci fa svegliare. Quella parola di amore che deve raggiungere ogni creatura e non ci deve essere nessuno al mondo che possa sentirsi escluso da questo amore, da questo messaggio salvifico. Gesù rivolge anche a noi “andate per le strade di tutto il mondo, chiamate i miei amici per fare festa c’è posto per ognuno alla mensa della mia parola”.

Quando si accoglie questa buona notizia si cambia vita e allora sì che è festa perché la Parola sconfigge la tristezza e il buio del nostro cuore. Cosa significa cambiare vita? Non si vive più solo per sé, ma si vive per gli altri.

Quali sono i compiti di ognuno di noi?

  1. Scacciare i demoni: non significa fare gli esorcisti, ma liberare le persone da ideologie sbagliate che impediscono l’accoglienza del messaggio di Gesù. Liberiamoci e liberiamo dalla superstizione e dell’idolatria nel pregando mille madonne e mille santi alla ricerca di un miracolo, liberiamoci e liberiamo dalla tradizionale superstizione di sgranare i rosari e da mille liturgie sontuose, dai crocifissi d’oro e dalle statue… sono cose superflue che ci nascondono il messaggio di Cristo, ci nascondono la salvezza. Serve la semplicità proprio come erano i discepoli senza tanti fronzoli, senza tante cose per la testa. Serve quindi Testa e Cuore.
  2. Imporre le mani ai malati che guariranno. Cosa vuol dire? Innanzi tutto la traduzione vera è “avranno del bene”. Vuol dire dare significato alle azioni e sollevare dalle fatiche e sofferenze (non solo quelle fisiche, ma soprattutto quelle spirituali) i nostri fratelli, il nostro prossimo e indicare che la Parola guarisce.
  3. Annunciare che Dio non ci ha abbandonato mai e non lo farà mai e poi mai. Quindi solamente avendo accolto e capito davvero questo messaggio non saremo tentati a non essere autentici cristiani.
  4. Annunciare l’evangelo con le lingue del nostro cuore, con la concretezza dei nostri gesti, con la vita di tutti i giorni rendendo quindi autentica la nostra vita alla sequela di Cristo

E ora Gesù viene elevato in cielo. Cosa vuol dire? Gesù salendo si siede alla destra del Padre, ovvero riacquista la sua condizione divina. Attenzione che questo salire al cielo non è un atto avvenuto fisicamente. E distacchiamoci da una condizione teistica di Dio, perché quel Dio che noi predichiamo è qui, in mezzo a noi, nel nostro cuore e nella nostra mente. Impariamo ad ascoltarlo. E quindi Cristo si fa vivo nel nostro cuore per dirci “ci sono nella tua quotidianità, ci sono sempre stato e ci sarò sempre. Accorgitene! Non sono morto, ma sono vivo in te e mi sono ricongiunto a quel Dio che tu hai dentro”.

Quest’ascensione non è una separazione tra Cristo e gli uomini, Cristo non si allontana dagli uomini, ma significa che Gesù, nella pienezza della condizione divina. Collabora con noi.

Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme a loro, nel loro cuore. Anche tu che leggi questo commento hai Cristo nel cuore, accorgitene e vai per le strade del tuo quotidiano ad annunciare che Dio esiste, ci ama ed è dentro noi per sempre.

Oggi noi Francescani festeggiamo Sant’Antonio da Padova e non possiamo non citare un passo dai suoi Sermoni “Cristo, che è la tua vita, sta appeso davanti a te, perché tu guardi nella croce come in uno specchio. Lì potrai conoscere quanto mortali furono le tue ferite, che nessuna medicina avrebbe potuto sanare, se non quella del sangue del Figlio di Dio. Se guarderai bene, potrai renderti conto di quanto grandi siano la tua dignità umana e il tuo valore… In nessun altro luogo l’uomo può meglio rendersi conto di quanto egli valga, che guardandosi nello specchio della croce.”