La lampada viene per essere messa sul candelabro. Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi.
PRIMA LETTURA: 2Sam 7,18-19.24-29
Chi sono io, Signore Dio, e che cos’è la mia casa?
SALMO: (Sal 131)
Il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre.
“In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: “Viene
forse la lampada per essere messa sotto il moggio o sotto il letto? O non
invece per essere messa sul candelabro? Non vi è infatti nulla di segreto che
non debba essere manifestato e nulla di nascosto che non debba essere messo in
luce. Se uno ha orecchi per ascoltare, ascolti!”.
Diceva loro: “Fate attenzione a quello che ascoltate. Con la misura con la
quale misurate sarà misurato a voi; anzi, vi sarà dato di più. Perché a chi ha,
sarà dato; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha”.
Mc 4,21-25
Oggi, Gesù ci spiega il segreto del Regno. Usa perfino una certa ironia per mostrarci che la “energia” interna che possiede la Parola di Dio –la sua propria– la forza espansiva che deve estendersi nel mondo intero, è come la luce, e che questa luce non può «essere messa sotto il moggio o sotto il letto» (Mc 4,21). Possiamo forse immaginare che grado di stupidità umana sarebbe collocare una candela accesa sotto il letto? Cristiani, con la luce spenta o con la luce accesa ma con la proibizione di illuminare! Questo succede quando non mettiamo al servizio della fede la pienezza delle nostre conoscenze e del nostro amore. Risulta decisamente contro natura ripiegarsi egoisticamente su noi stessi, limitando la nostra vita all’ambito dei nostri interessi personali! Vivere sotto il letto! Assenti dello spirito in modo grottesco e tragico!
Il vangelo –al contrario– è un santo slancio di Amore appassionato che vuole comunicarsi che ha bisogno di “dirsi”, che porta con sé una esigenza di crescita personale, di maturità interna, e di servizio agli altri. «Se dici: “Basta!”, sei morto», dice sant’Agostino. E san Josemaría: «Signore, che io abbia peso e misura in tutto… meno nell’Amore».
«‘Se uno ha orecchi per ascoltare, ascolti!’. Diceva loro: ‘Fate attenzione a quello che ascoltate’» (Mc 4,23-24).
Ma che vuol dire ascoltare? Cosa dobbiamo ascoltare? Questa è la grande domanda che ci dobbiamo porre. È l’atto di sincerità verso Dio che ci esige sapere cosa realmente vogliamo fare. E per saperlo bisogna ascoltare: si deve stare attenti alle insinuazioni di Dio. Bisogna introdursi nel dialogo con Lui. E la conversazione mette fine alle “matematiche della misura”: «Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi; anzi, vi sarà dato di più. Perché a chi ha, sarà dato; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha» (Mc 4,24-25).
Gli interessi accumulati da Dio nostro Signore sono imprevedibili e straordinari. Ed è questo un modo di stimolare la nostra generosità.